Che Carlo Nordio, Marcello Pera e Letizia Moratti siano nomi impresentabili lo sa benissimo anche la destra (con l’eccezione, forse, di Moratti, paradossalmente la più plausibile tra i tre), e si potrebbe tentare di indovinare la strategia: far apparire come irresponsabili chi rifiuterà questa rosa di nomi, anche se non avrà altra scelta. Ma se c’è un nome che si ripete da mesi e che per la destra rappresenta un po’ il jolly è quello di Maria Elisabetta Alberti Casellati, attuale Presidente del Senato.
Berlusconiana della prima ora, ex Sottosegretaria alla Giustizia, Casellati riuscirebbe nell’intento di far convergere un po’ di consenso sul suo nome. Questo perché quanto avviene in quelle stesse stanze dove si sta decidendo il futuro Capo dello Stato alle volte è soggetto a una rimozione collettiva. E quindi che Casellati abbia giurato e spergiurato che Ruby fosse effettivamente la nipote di Mubarak, inventando anche una storiella al riguardo, è scivolato dalle menti nostre e dei grandi elettori. Ma vale sempre la pena di ricordare chi la destra considera papabile per il ruolo di Presidente della Repubblica.
“Quando Berlusconi ha incontrato Mubarak prima di questo episodio (quello della famosa telefonata alla questura di Milano per chiedere il rilascio di Ruby, ndr) pare che sia venuto fuori da alcune testimonianze che proprio nell’incontro Mubarak aveva parlato di questa sua nipote, ed era un incontro ufficiale” disse Casellati a Lilli Gruber, nel 2011. Non solo: Casellati aveva seguito così alla lettera le parole di Berlusconi sul ‘governare come un padre di famiglia’ che anche lei, non appena nominata sottosegretaria, aveva dato priorità alla famiglia. La sua: la figlia Ludovica, infatti, improvvisamente comincia a lavorare come Capo della Sicurezza al Ministero della Salute. Coincidenze non da poco.
Quello di Casellati è un nome che non è comparso nella rosa della destra e Salvini ha spiegato perché: “Riteniamo che le cariche istituzionali debbano essere tenute fuori dalla discussione e abbiano in sé la dignità di essere una possibile scelta. Insomma, non la bruciamo ma sappiamo che è una possibilità concreta. E con il secondo scrutinio che si avvia inesorabilmente verso il secondo nulla di fatto, i nomi ‘di comodo’ come quello di Casellati prendono sempre più punti.
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