Quirinale, Sabino Cassese: "Nessuna stranezza se il presidente del Consiglio diventasse capo di Stato"
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Quirinale, Sabino Cassese: "Nessuna stranezza se il presidente del Consiglio diventasse capo di Stato"

Il giurista: "Scriverebbe una lettera all’attuale capo dello Stato e darebbe le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri e il ministro più anziano assumerebbe immediatamente le temporanee funzioni di presidente del Consiglio"

Quirinale, Sabino Cassese: "Nessuna stranezza se il presidente del Consiglio diventasse capo di Stato"
Sabino Cassese
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25 Gennaio 2022 - 09.28


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Ieri la fumata nera dopo il primo scrutinio, così com’era prevedibile che fosse, ma ora si pensa ai papabili e il nome di Draghi è tra questi. Ma cosa mai potrebbe accadere in caso il presidente del Consiglio dovesse assumere la carica di capo di Stato? A quanto pare nulla di strano.

“Il presidente che sarà eletto, è per tre legislature. Avrà una gamba in questa legislatura, un’altra nella prossima e un’altra ancora nella successiva. La presidenza Mattarella ha coperto due legislature, il prossimo presidente ne coprirà tre. A maggiore ragione una scelta importante”. Sabino Cassese parla alla Stampa della partita politico-istituzionale in corso, lui che compare spesso nelle liste dei “quirinabili”.

Un presidente del Consiglio che si trasferisse direttamente al Quirinale non si è mai visto, “è la prima volta che accadrebbe ma è una cosa banale, non ha nulla di peculiare” assicura il giurista. “A quel punto scriverebbe una lettera all’attuale capo dello Stato e darebbe le dimissioni da presidente del Consiglio dei ministri e il ministro più anziano assumerebbe immediatamente le temporanee funzioni di presidente del Consiglio. Passerebbe qualche giorno, il tempo necessario per preparare il suo discorso e dopo aver giurato e aver pronunciato il suo messaggio, il nuovo capo dello Stato assumerebbe le sue funzioni, aprirebbe le consultazioni e deciderebbe le sorti del governo del quale faceva parte. Ben altre sono le peculiarità di questa fase…”.

In particolare, secondo Cassese, “non c’è mai stato un presidente che dovesse essere eletto da un sistema politico così frammentato. Ci sono quattro forze politiche tra il 15 e il 20 per cento, altre sei o sette che stanno tra il 2 e l’8 per cento e ognuna di queste forze, a sua volta, ha divisioni interne…”. La fase è tanto delicata, spiega, perché oltre al capo dello Stato si stanno decidendo anche il futuro del Governo e del Parlamento.

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