Mattarella bis sconfitta della politica? No: vittoria della politica. O meglio una vittoria della politica date le condizioni attuali. Della politica, non dei partiti.
La permanenza al Quirinale di uno dei migliori presidenti della repubblica è una garanzia per l’Italia e gli italiani che non meritavano di diventare una repubblica delle banane, come nelle volontà della destra.
Ci hanno provato in tutti i modi: prima a dire (senza averne i numeri) che il Quirinale spettasse alla destra. Poi a bloccare tutta la discussione mentre Silvio Berlusconi dava inizio ad un indecente mercato delle vacche cercando voltagabbana disposti a votarlo accompagnato da un coro di ruffiani, lacchè e trombettisti a comando magnificavano le gesta del padrone.
Poi ancora la destra che ha prodotto una rosa di candidati della serie ‘dio ci scampi e liberi’ che è stata fermamente rigettata.
E ancora il tentativo di spallata con l’ultras berlusconiana Maria Elisabetta Casellati, personaggio già miracolato per essere arrivato al Senato e che non è stata nemmeno votata dalla destra.
Di fronte a questo scenario e in questo parlamento frammentato è stato un capolavoro politico quello di Letta (e di Leu) di tenere sotto controllo le correnti interne e mantenere uno stretto contatto con M5s (a sua volta attraversato da pulsioni contrastanti) e respingere al mittente tutti i subdoli tentativi di spaccare il fronte progressista e tutta la retorica e le pressioni per ‘concedere’ alla destra il Quirinale. A maggior ragione attraverso rose improbabili, a dimostrazione della pochezza della destra che non a caso ha capi come Berlusconi, Salvini e Meloni più bravi a cavalcare la demagogia che a dimostrarsi “patrioti”.
In queste condizioni si può dire che è stato ottenuto il massimo e sono stati bonificati i pozzi avvelenati.
Certo a Mattarella viene chiesto un sacrificio e una forzatura nei suoi confronti c’è stata. Ma obiettivamente lui era la soluzione di gran lunga più auspicabile di tutti. Soprattutto – va ribadito – nelle condizioni attuali.
L’Italia e gli italiani hanno un motivo di orgoglio e di speranza di più.
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