Dopo dieci giorni dall’inizio dell’offensiva russa in Ucraina, Matteo Salvini non ha ancora nominato direttamente Vladimir Putin, tantomeno si è smarcato dalle sue posizioni. Per allontanare lo scomodo appellativo di “ragazzo pompon di Putin” il leader della Lega negli ultimi giorni si è adagiato su temi astratti di pacifismo, marcando però un netto confine tra i veri profughi – ossia gli ucraini – e quelli che lo sono meno, come ad esempio gli africani.
In un intervento di fronte al Consolato generale d’Ucraina a Milano, il leader del Carroccio ha dichiarato: “Ci stiamo muovendo su tre differenti fronti: l’accoglienza di bimbi e famiglie, ci sono più di 100 Comuni guidati dalla Lega che stanno già in queste ore accogliendo bimbi, vedove, mamme, nonni e chi è scappato. Mandare aiuti umanitari urgenti in Polonia, Romania, Moldavia e continuare a lavorare per la pace con tutti gli ambasciatori, a partire da quello cinese che ho incontrato, perché tutti facciano pressione per il cessate il fuoco. Sento troppe parole di guerra”..
Argomenti: matteo salvini