Dal giorno dell’invasione russa del 24 febbraio il sedicente cristiano Matteo Salvini ha fatto tutte le capriole e i travestimenti possibili ma non ha mai detto una sola e vera parola di condanna verso Vladimir Putin chiamandolo per nome e cognome.
Non una condanna del male contro il bene o genericamente sugli aggressori e gli aggrediti.
No: una presa di distanza da tutte le baggianata che ha detto da uomo sandwich dell’autocrate russo sincero democratico che non era una minaccia per nessuno.
E invece nulla: il politico che andava in giro con le magliette di Putin (e le mascherine di Trump) continua a girarci intorno. E anche oggi l’ha buttata sui massimi sistemi: “Che tornino presto giorni di Pace e Vita, questo deve essere l’impegno di tutti. Troppo desiderio e parole di guerra purtroppo, anche in questi giorni”.
Ma chi ha scatenato la guerra? Mistero. Chi sta bombardando le città ucraine? Mistero. Chi sta provocando l’esodo di moltissimi ucraini? Mistero.
Per questo va istituito il ‘putinometro’: un osservatorio che registri tutte le frasi di vera critica fatte da Salvini nei confronti di Putin chiamandolo per nome e cognome.
Magari alla prossima strage di civili qualcosa gli scappa. O forse no. Perché condannare Putin per il capo della Lega non si può.
Argomenti: matteo salvini