Simone Pillon risponde piccato a chi gli fa notare che è stata decisamente fuori luogo la sua assenza alla Camera per il discorso del presidente ucraino Zelensky: “Ricordo che mancavano circa 350 parlamentari all’appello, ma che, guardacaso, quella che contava era solo la mia assenza. Sono intervenuto in Senato la scorsa settimana, annunciando la mia presenza a Londra per il giorno 22 marzo” ha detto il senatore leghista, che però aveva detto che non avrebbe partecipato all’incontro perché mancava un contraddittorio, ossia non c’era Putin.
Il leghista sottolinea come chi lo attacca è chi “nel 1956 plaudiva all’invasione russa in Ungheria (portano la pace, diceva un senatore a vita) e riceveva continui finanziamenti illeciti dalla Russia sovietica. Sono gli stessi che ora siedono in parlamento o nelle direzioni dei giornali e che, quando eravamo al liceo, inscenavano continue manifestazioni contro la Nato e gli Usa, e che appoggiavano il regime comunista filorusso di Jaruzelsky in Polonia, o quello di Honecker nella Germania dell’Est”.
“Sono figli di quelli che inneggiavano al Vietnam di Ho Chi Minh o alla Cambogia di Pol Pot, o alla Cuba di Castro, e che ora pretendono di impancarsi e di stilare la lista dei buoni e dei cattivi per sciacquarsi la coscienza”, scrive Pillon: “Da loro non intendo accettare nessuna lezioncina di bon-ton politico”. “Se ci sono filorussi, cercateli tra voi o tra i vostri amici. Per conto mio, io sono decisamente e irrevocabilmente filoitaliano”.
“Lo so anche io – aggiunge – anzi, se permettete, lo insegno, che la difesa è sempre legittima, e mi fa piacere che ci siano arrivati anche i compagni, ma chi interviene durante un conflitto già in corso, dovrebbe secondo me separare le parti e non aizzarle, specialmente quando una delle due è armata con bombe termonucleari”.
“Come che sia, sul punto faccio mie le parole del Santo Padre di ieri, dedicate al conflitto ucraino”, aggiunge, citando Francesco: “I governanti capiscano che comprare armi e dare armi non è la soluzione al problema. La soluzione è lavorare insieme per la pace. E come dice la Bibbia: fare delle armi gli strumenti per la pace”.
Pillon infine si rivolge al suo leader: “Ringrazio pertanto Matteo Salvini che mi ha pubblicamente difeso ieri davanti al plotone di esecuzione. Lo ringrazio anche per la linea politica prudente che sta tenendo, e per il lavoro a sostegno delle popolazioni colpite”.