Il presidente dell’Anpi Pagliarulo dirà di no, ma è un cambio di tono molto deciso dopo i tentennamenti dei primi giorni, dovute più al fatto che molti si erano lasciati abbindolare dalla propaganda di Putin secondo la quale l’Ucraina è un paese nazista, anche se la realtà è più articolata e alcuni errori e ritardi del passato – e anche del presente – non possono far dipingere un paese come in man ai nazisti.
“Tutto è nato dall’invasione russa, moralmente e giuridicamente da condannare e condannata, senza se e senza ma, a cui hanno fatto e stanno facendo seguito uno scempio di umanità e di vita del popolo ucraino e una legittima resistenza armata”. Lo ha detto Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell’Anpi (Associazione partigiana), negli ultimi giorni al centro di polemiche per i suoi distinguo tra la resistenza italiana e ucraina e il no all’invio di armi a Kiev. “Oggi il punto è: come arrivare a una pace vera”, si è chiesto Pagliarulo.
“Pur nelle opinioni diverse, è necessario e urgente operare insieme, unitariamente, affinché si apra la possibilità di un negoziato, si riaccenda la scintilla della speranza, si esca dal vicolo cieco in cui sembra piombata l’Ucraina e l’intera Europa, a partire dalla immediata cessazione dei bombardamenti e dal ritiro delle truppe di occupazione”, ha ricordato il presidente dell’Anpi intervenuto a Bari in occasione del 77esimo anniversario della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo “La resistenza è un bel futuro”.
“L’utopia non è ciò che non si potrà realizzare, ma ciò che non è stato ancora realizzato. Si può fare, se si è uniti nella diversità, se prevale la politica, se suonano più alte le parole della vita sulle parole della morte”.