FI, Tajani: "Nessun caos dentro al partito, nessun Vietnam"

Antonio Tajani smentisce le voci di fuoriuscite da Forza Italia: "Brunetta e Gelmini non lasciano, alcuni parlamentari, anzi vogliono entrare nel partito"

FI, Tajani: "Nessun caos dentro al partito, nessun Vietnam"
Antonio Tajani
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23 Maggio 2022 - 14.51


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Antonio Tajani risponde sui dissidi del partito azzurro “Nessun Vietnam, nessun caos in Forza Italia. Possibile fuoriuscite per Brunetta e Gelmini? No, anzi, io vedo ingressi verso di noi, come Acunzo che ha partecipato a Napoli ai nostri lavori. Ci sono – sottolinea il coordinatore azzurro – malelingue che vorrebbero vederci scomparire dal panorama politico. Abbiamo qualcuno in lista di entrata, c’è grande voglia di venire in Fi, ci sono altri due o tre parlamentari che vogliono aderire a Forza Italia – annuncia – La realtà è diversa da quella che alcuni giornali di sinistra vogliono vedere”.

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Sui rapporti nel centrodestra, con gli alleati, Tajani dice che “ci sono tre grandi partiti, con identità precisa, noi siamo la forza liberale europeista e riformista, siamo parte del Ppe, siamo il centrodestra, Berlusconi è il fondatore infatti, non abbiamo mai avuto pregiudizi, Berlusconi si è sempre impegnato per federare, non per fare un partito unico”. “Il centrodestra vince se unito, ma pregiudizi” sulla leadership “non ce ne sono, per ora pensiamo a vincere, poi si vedrà dopo il voto per le politiche”, spiega il coordinatore azzurro.

Poi, sull’Ucraina e sul tema dell’invio alle armi a Kiev, sottolinea: “Berlusconi è sempre stato chiaro, è uomo di pace, quello è l’obiettivo principale, vuole che Zelensky e Putin si siedano al tavolo. Siamo europeisti, atlantisti, ma dire che bisogna evitare escalation non vuol dire che abbiamo cambiato posizione”. “Berlusconi dice ‘non innalziamo i toni’, non significa stare dalla parte dei russi, ma dalla parte della pace”, rimarca Tajani.

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“Abbiamo votato le armi, ma l’utilizzo delle armi dentro il confine è una cosa, altro è far la guerra in territorio russo. Anche gli americani – ricorda – non hanno voluto la no fly zone”.

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