Sprazzi di luce e senso di responsabilità in una giornata impegnativa ed esigente, non solo per i protagonisti, gli interlocutori sindacali convocati a palazzo Chigi ma per l’importanza dei problemi e dei temi da affrontare alla vigilia del decisivo appuntamento del governo giovedì al Senato.
Con un problematico voto di fiducia e la non risolta anzi ambigua posizione fino all’ultimo da parte dei 5stelle ancora travagliati e divisi dopo il gesto clamoroso con l’uscita dall’aula al momento del voto e quindi con un clamoroso gesto di opposizione nei confronti del governo. Saggiamente Draghi aveva convocato Cgil , Cisl e Uil per una ripresa importante del confronto su tutti i temi centrali della grave crisi che attraversa la società italiana e non solo.
Perché i problemi economici e le grandi difficoltà per i lavoratori e le loro famiglie, l’intero mondo del lavoro , della produzione e dei servizi, della grande precarietà per l’aumento dei prezzi, l’inflazione, l’insufficienza delle retribuzioni e l’ampliarsi dell’area delle povertà e della grave inadeguatezza delle retribuzioni specie nei settori più deboli della vita socioeconomica e dei bilanci familiari, tutto questo costituiva la base dell’impegnativo confronto. Importante è stato l’atteggiamento non meramente rivendicativo ma la ricerca e la disponibilità al confronto ed al dialogo costruttivo avviato in termini nuovi e con aperture e disponibilità dall’una e dall’altra parte.
Per certi versi non ci sono stati risultati conclusivi ma concordanza su tutte le principali sfide e l’impegno comune a proseguire e sviluppare il dialogo con un rinnovato incontro e prosecuzione del confronto prima della fine del mese di luglio. Scadenza oltremodo impegnativa reciprocamente perché collocata tra l’altro all’inizio della pausa estiva e la concretizzazione delle proposte e degli impegni concordati con il presidente del Consiglio vero banco di prova per verificare e approfondire conclusivamente le piattaforme del rapporto governo sindacati e la stessa congruità e validità delle proposte formulate.
Anche se in apparenza il confronto è stato di metodo e di impostazione delle questioni e dei problemi maggiori da affrontare, il fatto nuovo e significativo è consistito proprio nella accettazione da entrambe le parti del metodo della concertazione e della consultazione permanente nei vari tavoli di impegno e di lavoro comune col riconoscimento di una strada da percorrere insieme nell’interesse dell’intera società italiana a partire dai settori più delicati ed impegnativi. Insieme a questo avvio positivo di confronto e di nuovo metodo di dialogo sia nel suo carattere generale sia nella specificazione condivisa dei temi e delle urgenze da affrontare in tempi serrati, una evidente soddisfazione ha saputo esprimere il presidente del Consiglio nella conferenza stampa del pomeriggio accompagnato dal ministro del lavoro Orlando e dello sviluppo economico Giorgetti.
Non si è trattato solo però di esprimere naturale compiacimento per l’apertura della nuova fase della concertazione, ma di legarla al tempo stesso con sobrietà ed equilibrio alla delicata problematicità del cosiddetto quadro politico e delle permanenti irrequietezze nella maggioranza. Con riferimento ovviamente implicito, ma posto apertis verbis da ripetute domande sull’atteggiamento dei 5 stelle. Con chiarezza, eleganza e tono pacato Draghi ha risposto a tutte le questioni dicendo in sostanza che il governo ha già operato nell’interesse dell’Italia e in profondo collegamento con l’Europa per favorire e stimolare le soluzioni più idonee a fronteggiare la gravità della situazione con riferimento anche alle questioni più complicate dell’energia, dell’inflazione , dei cambiamenti climatici e del riacutizzarsi dei problemi della pandemia. Il governo continuerà ad operare al meglio , non assecondando chiacchiericci e ambiguità dirette forse soprattutto a coprire difficoltà e travagli all’interno dei partiti. Rispetto ad essi il governo segue e rispetta astenendosi programmaticamente da qualunque tentazione di interferenze e di mutamenti di rotta .
“Proseguiremo e intensificheremo al meglio del possibile il nostro lavoro come nostro dovere istituzionale che abbiamo assunto e svolto sin dall’inizio nell’esclusivo interesse dell’Italia e dell’Europa. Se non ci sarà consentito non ho alcuna intenzione di tentare stratagemmi e tatticismi fuori dal quadro delle forze, nessuna esclusa, che hanno consentito di dar vita alla importante e complessa maggioranza costituita su mandato del capo dello Stato.”