Draghi cade e Letta è al bivio: ancora alleato di Conte? Avanza l'ipotesi europeisti contro sovranisti

Letta avrà pochissimi giorni per decidere e poi per presentare di corsa le liste, per una campagna elettorale che non potrà che essere comunque in salita.

Draghi cade e Letta è al bivio: ancora alleato di Conte? Avanza l'ipotesi europeisti contro sovranisti
Enrico Letta
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21 Luglio 2022 - 11.47


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Nel 2006 Nanni Moretti immagina il Caimano uscire da un tribunale, salire su una berlina mentre i suoi sostenitori danno fuoco al Palazzo.

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Un’immagine pulp, che con le debite differenze, ha delle incredibili assonanze con il brindisi serale a Villa Grande, tra il giovane ‘eroe’ della giornata ed il vecchio Caimano, mentre i palazzi della politica si consumava lo strappo finale della legislatura tra le macerie del governo Draghi.

Alla fine Salvini ha trovato il coraggio di affossare super Mario, con il via libero del patriarca di Forza Italia, ristabilendo completamente l’alleanza con Giorgia Meloni.

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La crepa aperta da Conte per futili motivi (ripicca personale, vano inseguimento di una gloria tramontata molto più che il celeberrimo termovalizzatore della Capitale), è stata così sfruttata soprattutto dalla destra, che a questo punto vede avvicinarsi il suo insediamento a Palazzo Chigi in autunno.
Per Letta, comincerà la stagione della ‘via crucis’.

Il segretario del Pd esce dalla legislatura con un buon successo di critica ma con le tasche incredibilmente vuote. Ha ereditato la mela marcia dall’improvvido Zingaretti, il rapporto preferenziale con i 5 stelle, ma non ha fatto nulla per allentare la stretta con Conte, neanche dopo le mosse ambigue del leader M5S nelle giornate confuse del Quirinale. Ed ora è proprio quella stretta che lo fa entrare adesso nell’agone elettorale a mani nude.

Che cosa farà ora il Pd? Dalle interviste odierne, escono di fatto due linee. La prima la spiega Luigi Zanda su ‘la Stampa’, che propone un patto tecnico con il M5S, una sorta di nuova desistenza (do you remember Bertinotti?) per tentare di vincere qualche collegio. La seconda, che sembra essere al momento quella prevalente, la illustrano Andrea Marcucci sul Giornale e Dario Nardella su Repubblica, il rapporto con Conte è morto, i dem pensino ad un fronte repubblicano con i moderati (compresa la Gelmini ed i prossimi fuoriusciti da Forza Italia, che dovrebbero essere circa 10 parlamentari), in pratica europeisti contro sovranisti.

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Letta avrà pochissimi giorni per decidere e poi per presentare di corsa le liste, per una campagna elettorale che non potrà che essere comunque in salita.

È la prima volta nella storia della Repubblica che si voterà in autunno, anche questo dato, rende l’idea dell’emergenza che stiamo vivendo.

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