La modestia non gli manca ma se continua così a forza di veri e palesi sarò naturale far saltare il banco spalancando le porte alla destra.
Ma ad ogni modo se si lascia fuori una forza come M5s – data dai sondaggi a circa il 10% (che magari calerà ancora) ma soprattuto se si lasca fuori l’alleanza Sinistra Italiana – Europa Verde che l’ultimo sondaggio dà al 4% allora è bene che ognuno vada da solo,
«Dobbiamo fare di tutto per cercare di tenere Draghi a Palazzo Chigi. Io vengo dalle aziende è come se alla Ferrari avessero detto a Schumacher `spostati perché devo far guidare la macchina dalla Meloni´. Sarà perché vengo dalle aziende private ma mi sembra una cosa folle. In questo momento è la persona più capace di proteggere l’Italia, cerchiamo di tenercelo».
Carlo Calenda spiega così al Tg1 quale sia la carta da giocare per la premiership per la coalizione che si riconosce nel Patto Repubblicano. «Poi se Draghi non vuole, amen. Qualcuno si trova. O mi candido io o insieme con Bonino», aggiunge il leader di Azione.
E ancora: «Chi firma» il patto repubblicano, ad esempio, «si impegna a candidare nei posti di sottosegretario o ministro solo persone che abbiano grande esperienza e competenza amministrativa gestionale. Oppure: se non si riescono a fare i rigassificatori, le zone in cui vanno fatti, vanno militarizzati e bisogna farli. Perché non possiamo essere un Paese a cui mancano 11 termovalorizzatori, 2 rigassificatori e ogni volta non si riesce a combinarne niente», ha concluso Calenda.
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