Così (fino ad ora) Calenda sta 'tenendo per le palle' il Pd

Il leader di Azione alza la posta: 20 collegi di fascia A, doppia conduzione della campagna elettorale, impegno a silenziare le proposte più ostiche della coalizione (come il no al rigassificatore di Piombino)

Così (fino ad ora) Calenda sta 'tenendo per le palle' il Pd
Enrico Letta e Carlo Calenda
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29 Luglio 2022 - 11.43


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È il vincitore ‘morale’ di questa pre campagna elettorale, il suo film è quello che ad un festival cinematografico si aggiudicherebbe quanto meno il premio della critica.

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Al Nazareno ormai si parla solo di lui, così come in Transatlantico nei capannelli dei parlamentari, ‘che cosa farà alla fine Carlo? ’, ‘hai parlato con Carlo? ‘.


In un’alleanza di cespugli, il leader di Azione è l’unico che porta un po’ di sostanza: 6% in crescita per i sondaggi.
‘Gliela spiego in un modo un po’ triviale. Carletto ci sta tenendo tutti per le palle, e non è una metafora’, racconta un portaborse appeso all’aria condizionata alla Caffettiera di Piazza di Pietra.

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Sarà anche per quello che le critiche, a dire il vero sottovoce, di Goffredo Bettini e di Andrea Orlando, vengono spazzate via sul nascere. ‘Ma dai secondo te ci presentiamo alle elezioni con Speranza e Fratoianni? Fosse così, i nostri elettori starebbero direttamente a casa’, confida un deputato emiliano, ‘Enrico fa bene a fare il possibile per convincere Calenda’.


Mettiamo subito le cose in chiaro, il fondatore di Azione non dovrebbe decidere almeno fino a metà della prossima settimana, che intanto vuol dire altri giorni sotto i riflettori dei media, che male non fanno. Va aggiunto anche che gli umori della giornata sono tornati ad essere positivi, anche grazie ad una analisi ‘confortante’ del professor D’Alimonte sul Sole 24 ore, e agli scenari prodotti da You Trend.

Da un punto di vista ‘psicologico’, l’attesa, sembra comunque la tattica giusta perché induce l’interlocutore del Nazareno ad accettare le richieste ‘sine qua non’ di Azione. Richieste che hanno una loro consistenza: 20 collegi di fascia A, doppia conduzione della campagna elettorale, impegno a silenziare le proposte più ostiche della coalizione (come il no al rigassificatore di Piombino), tappeto rosso per alcune candidature provenienti dalla diaspora di Forza Italia.

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Chi ha accesso alla trattativa diretta, la definisce ‘una riedizione aggiornata degli accordi che facevano Ds e Margherita. In fondo anche la Margherita aveva un leader piacione e molto mediatico’. Il barometro oggi segna anche l’emersione di una nuova possibile stella, nel firmamento di quello che ieri Berlusconi ha chiamato ‘centrino’ ma che i sondaggisti indicano come la vera novità delle elezioni settembrine. Ad una leadership tutta maschile, oggi si è affiancata una donna. La sua intervista al Corsera non è sfuggita a nessuno, come a nessuno è sfuggito il fatto che il suo ruolo potrebbe essere molto importante nel presente e soprattutto nel futuro.

Mara Carfagna, liberandosi del peso per lei più ingombrante ed anche doloroso, Silvio Berlusconi, da oggi comincia una corsa alla leadership dell’area di centro, che a seconda dei risultati elettorali del 25 settembre, potrebbe essere molto interessante. Intanto la sua intervista è piaciuta molto al Pd, per ‘moderazione e buonsenso’, poi, come è noto, da cosa nasce cosa. ‘Abbiamo fatto tanti provvedimenti concreti in questo anno e mezzo insieme al governo’, racconta un sottosegretario,


‘l’ultimo decreto aiuti è esemplificativo, noi eravamo sul pezzo, i ministri della Lega appesi alle paturnie di Salvini. Voglio dire che abbiamo argomenti in campagna elettorale, argomenti che toccano direttamente la vita delle persone. La convivenza con Draghi ci ha fatto crescere, Mara e Maria Stella sono sempre state dalla nostra parte’.

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L’obiettivo però è realistico, sempre lo stesso, essere competitivi in quei 64 ‘swing state’ (collegi), che per tornare ai tempi dei Ds e della Margherita, potrebbero rendere amara la vittoria di Giorgia Meloni, più o meno come fu quella di Romano Prodi nel 2006.

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