Matteo Bassetti, l’infettivologo passato agli onori di cronaca per la sua campagna d’informazione sul covid, commenta sulla possibilità che qualcuno lo proponga come futuro ministro della salute: “Se qualcuno me lo chiedesse, sarei ovviamente onorato, lusingato e a disposizione per dare una mano come tecnico. Poi, in che ruolo, evidentemente non spetta a me dirlo”. Così dichiara il direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, indicato in queste ore come “virostar” corteggiata da più parti politiche.
Un punto, quest’ultimo, sul quale il medico preferisce glissare: “Io la mia disponibilità la do – ribadisce – ovviamente come tecnico, all’interno del ministero della Salute che è una macchina che credo di conoscere. Dopo di che, tutto il resto sono ‘rumors’ che in qualche modo credo facciano parte del momento”, della complessa dialettica che caratterizza la campagna elettorale in corso.
“Amo il mio lavoro – sottolinea Bassetti – e penso di conoscere abbastanza la materia della sanità, essendomi laureato più di 25 anni fa, lavorando nel Servizio sanitario nazionale da oltre 20 anni, essendo direttore di una Struttura operativa complessa di un ospedale dal 2011 e facendo il professore universitario. Dunque credo di conoscere abbastanza l’ambiente sanitario. Dopo di che – ricorda l’infettivologo – ho detto, e lo ribadisco, che in questi anni al fianco del presidente” della Liguria Giovanni “Toti ho dato una mano per quanto riguarda la politica sanitaria in ambito Covid”.
Bassetti ritiene che al ministero della Salute oggi “ci sia molto da fare: penso che la riforma della sanità, così com’è stata strutturata, abbia bisogno di un profondo restyling, e credo che ci sia molto da fare su più fronti: la campagna vaccinale per Covid, la campagna vaccinale per il vaiolo delle scimmie, la necessità di un nuovo modo di gestire Covid nel prossimo autunno”, all’insegna di una “convivenza” con il virus che rende necessario “cambiare le regole”. Insomma, secondo lo specialista “sono tante le cose che possono essere migliorate, rispetto a quanto fatto fino ad oggi”.
“Ho già detto, e lo ribadisco – aggiunge Bassetti – che al ministero della Salute penso sarebbe meglio ci andasse un tecnico, perché non c’è tempo di aspettare che qualcuno si impratichisca della materia”. Il dicastero della sanità, osserva l’esperto, “negli ultimi 3 anni è diventato un ministero strategico almeno tanto quanto quello dell’Economia, dove mi pare e mi risulta che si tenda sempre a mettere dei tecnici. Poi, chiunque sarà, andrà bene”.
“Quello che mi piacerebbe dire e che mi auguro – ci tiene a precisare Bassetti – è che in queste elezioni, chiunque saranno i candidati, perlomeno in ambito sanitario la scelta metta in cima alla lista merito e competenza”.
“Auspico vivamente un Parlamento in cui chi viene eletto risponda al criterio della meritocrazia, un Parlamento nel quale entrino i più bravi, i più competenti nei vari settori. Meritocrazia e competenza – conclude il medico infettivologo – spero che siano due punti fermi che accomunino i candidati di tutti i partiti”.
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