Un tentativo di conciliazione in extremis? Un tribunale russo ha rinviato di un mese il verdetto sul caso contro l’Agenzia ebraica, dando speranza a Israele di poter chiudere nel frattempo un accordo con Mosca e impedire il blocco delle attività dell’organizzazione nella Federazione.
Durante l’udienza gli avvocati della difesa hanno chiesto più tempo ai giudici per raccogliere le prove che dimostrino la mancata violazione della legge da parte dell’Agenzia ebraica. Hanno inoltre sottolineato che l’organizzazione – impegnata principalmente a promuovere e facilitare l’immigrazione ebraica in Israele – si è già mossa per modificare le sue attività in linea con le indicazioni del ministero della Giustizia.
L’attacco russo all’organizzazione è arrivato in un momento di forte tensione tra la Federazione e lo Stato ebraico rispetto alla posizione assunta da quest’ultimo sulla guerra in Ucraina: presentatosi inizialmente come mediatore `neutrale´, per tutelare le folte comunità ebraiche presenti in entrambi i Paesi coinvolti, Israele ha via via assunto un atteggiamento più marcatamente a favore di Kiev, irritando fortemente il Cremlino.