Festa de l'Unità: Cuperlo e Casini si confrontano tra sulle elezioni tra applausi e ironie

Nella stessa lista l'esponente della sinistra democratica già segretario della Fgci e il democristiano di lungo corso candidato dal Pd all'uninominale di Bologna tra qualche mal di pancia

Festa de l'Unità: Cuperlo e Casini si confrontano tra sulle elezioni tra applausi e ironie
Gianni Cuperlo
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4 Settembre 2022 - 22.28


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Un po’ di ironia e relax durante una campagna elettorale «Sapete perché sono qui stasera con Cuperlo? Perché lui è sempre applaudito alle feste dell’Unità e ho pensato: applaudiranno anche me».

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«Pier, non sai come vado forte alle primarie… le feste dell’Unità sono nulla a confronto». Pier Ferdinando Casini e Gianni Cuperlo, due passati diversissimi e ora schierati dalla stessa parte, si incrociano sul palco della festa del Pd di Bologna e danno vita a un confronto quasi inedito in questo contesto, condito di passione e battute, interrotto da applausi per entrambi.

«Senza un pizzico di autoironia», ha detto l’ultimo segretario della Federazione giovanile comunista, «la sinistra non ci sarebbe più da un pezzo». «Io di solito quando gioca il Bologna – ha detto Casini – mi metto dei pantaloni rossi, la mia compagna mi ha detto: vai alla Festa dell’Unità, non esagerare».

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Casini, cresciuto nella Dc, ora è candidato da indipendente col Pd: «Sto benissimo, non mi sento in imbarazzo. Il Pd ha fatto una cosa fondamentale, ha messo al primo posto l’Italia anche contro gli interessi del partito. Ricordo quando con Bersani decidemmo di sostenere il governo Monti e la sua angoscia sapendo che quel sostegno avrebbe fatto perdere voti, ma i conti pubblici erano impazziti e fece la scelta di mettere al primo posto l’Italia. La stessa cosa con Draghi».

E l’alleanza con Renzi e Calenda? «Mi dispiace non l’abbiano fatta. Non ho ancora capito i motivi. Sono rimasto che Calenda diceva: do un bacio a Letta e domani lo darò a Fratoianni e il giorno dopo…». «Ha ragione Pier, da qualche anno, un paio di migliaia, questa cosa del bacio non porta bene. Bisognava essere sospettosi», ha scherzato Cuperlo.

Sulla campagna elettorale, Cuperlo l’ha definita «una delle più difficili degli ultimi anni e decenni» ma ha sottolineato anche, ricordando chi è stato al governo negli ultimi 20 anni, che «nessuno può alzarsi e rivendicare per sé la patente di novità assoluta o di proporre una ricetta mai conosciuta. Nessuno può dire io non c’ero». Casini ha ricordato che «le campagne elettorali si fanno per vincere». E ha fatto un appello a non rassegnarsi: «I voti sono tutti utili, ma nei collegi o vince uno di destra o uno di noi».

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Il rischio fascismo? Per Casini «il 25 aprile non è una data che può dividere gli italiani. L’Italia è una Repubblica nata sulla Resistenza e la lotta al fascismo», ha detto. Il presidenzialismo «è una risposta autolesionista per l’Italia». «Non penso ci sia il pericolo di un nuovo regime», ha detto Cuperlo, «ma bisogna capire cos’è questa destra. Nel momento in cui tu indichi come modello di riferimento un governo come quello del primo ministro ungherese c’è un problema».

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