L’analisi della sconfitta del Pd prosegue, con le voci emergenti del partito che vogliono dire la loro per provare a invertire una pericolosa e preoccupante tendenza. In un’intervista a La Repubblica, il sindaco di Bologna Matteo Lepore ha dato la sua lettura sul complicato momento dei dem. La sua prima idea, è quella di rinviare il congresso e ascoltare i delusi.
«Propongo di creare una costituente del nuovo Pd con sindaci e leader del terzo settore, non sia dato mandato a un gruppo ristretto di capicorrente o a un caminetto di fare subito primarie e congresso».
Secondo il primo cittadino il voto «ci dice che alcuni partiti hanno trovato la loro strada, quello che una volta si sarebbe chiamato il loro blocco sociale. Il centrodestra ha dimostrato di averlo. I 5 Stelle lo hanno individuato molto bene. E persino Calenda e Renzi in alcune aree hanno saputo a chi parlare. È il Pd che è rimasto a metà». Per Lepore è necessario «ripensare il Pd anche in veste di opposizione» prima di candidarsi a governare. E non basta il congresso: «Io penso serva una fase costituente. Il congresso ci sarà, con tesi e candidati, ma abbiamo bisogno di almeno 5-6 mesi per scrivere la nuova ragione sociale del Pd. E proporre anche al Paese se ha senso che il Pd porti avanti questa ragione sociale. Mi metto a disposizione, insieme ad altri, per questa fase costituente. Lo dico subito, non sarò tra i candidati alla segreteria. Proprio per questo credo di poter dare un contributo».
Chi guiderà la costituente? «Io credo dovrebbero essere i sindaci, gli amministratori e i leader del terzo settore, troppo spesso outsider e poco ascoltati nel Pd di oggi. Propongo che sia l’assemblea nazionale a creare un comitato guida e a dare mandato ai sindaci e rappresentanti del terzo settore, iscritti o no, di ascoltare il Paese. Che vadano nelle imprese, nei luoghi dell’astensione, nel Sud dove noi non andiamo più»
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