La crisi del Pd si acuisce in quei territori da sempre roccaforte dei partiti di sinistra. A Bologna, ad esempio, è scoppiato un caso tra i Democratici e Mattia Santori, leader delle Sardine e consigliere comunale. Recentemente, Santori aveva bollato come «tossico» il marchio Pd e ora lo definisce «gravemente malato», in un’intervista a Il Resto del Carlino. I dirigenti locali hanno perso la calma una volta per tutte.
A farsi portavoce della rabbia è Matteo Meogrossi, vicesegretario della Federazione. «Un giorno tossici. Oggi malati. Un partito dal quale secondo Santori devono uscire alcune persone altrimenti lui non si iscrive e un’altra serie di teorie interessanti. Ma dire basta a chi eletto con il Pd passa il suo tempo a sputare addosso al Pd no?», scrive il vice della segretaria Federica Mazzoni, stretto collaboratore di Andrea De Maria nella campagna elettorale che lo ha confermato parlamentare.
«Più che altro- aggiunge Meogrossi- lo dobbiamo a quelle migliaia di militanti, volontari e volontarie che si fanno in quattro per questo Partito da sempre, senza chiedere nulla». Posizione, quella di Meogrossi, non certo isolata, visto che il post di Meogrossi riceve i `like´ di diversi dirigenti e amministratori del Pd bolognese come Matteo Ruggeri e Valerio Gualandi (anche loro componenti della segreteria), i consiglieri comunali Franco Cima e Loretta Bittini (che commenta: «Non ho voglia di essere insultata»), Adriana Lo Cascio (presidente del quartiere San Donato-San Vitale), Paolo Cavalieri (consigliere di quartiere al Santo Stefano: «Uno che è stato eletto avendo la possibilità di utilizzare il simbolo del nostro partito quanto meno dovrebbe averne più rispetto») e Anna Chiara Strapazzon (segretaria dell’Unione Pd Santo Stefano, che interviene anche sul proprio profilo: «Ringraziamo tutti coloro che dalle pagine dei giornali e sui social si affannano a consigliarci di di sparire di fatto, azzerare la classe dirigente, cambiare il nome, ribaltare tutto, cancellare programmi passati presenti e futuri. Soprattutto se costoro non sono iscritti al Pd e magari non lo hanno neppure votato e hanno continuato a sparare sul Pd per mesi e anni. Grazie dei preziosi consigli, ma cosa fare lo decideremo insieme agli iscritti»).
Ma tra i commenti al post di Meogrossi c’è anche quello del sindaco di Molinella, Dario Mantovani, che rappresenta la minoranza del partito bolognese avendo corso per la segreteria contro Mazzoni: «Ben svegliati. Per non mandare in Consiglio comunale questa roba qui, bastava non candidarla però». Si fanno sentire anche i sostenitori di Mantovani al congresso, come gli ex consiglieri comunali Raffaella Santi Casali («Quel che uno vuole non è mai troppo. Godetevelo») e Piergiorgio Licciardello («Comunque vada sarà uno sballo…»).