Dopo la deludente performance elettorale Matteo Salvini, alle prese con la definizione della squadra di governo leghista che dovrebbe entrare nel nuovo governo Meloni, dovrà gestire le tensioni interne al partito. Una sfida che dovrà tener conto anche del “popolo del Nord” e della nascita della corrente Comitato Nord lanciata da Umberto Bossi. E con lui sembrano schierarsi alcuni esponenti storici delle Lega, come Castelli o Maroni. Spuntano anche le prime candidature per guidare il Carroccio. Gianni Fava, ex parlamentare leghista: “Mi candido”.
Martedì è in agenda a Roma un altro Consiglio federale da cui dovrebbero uscire i nomi più adatti per il nuovo esecutivo. “La Lega non vede l’ora che questo governo cominci a lavorare”, sottolinea una nota ufficiale di via Bellerio.
Il ritorno dei legisti doc – Ma i malumori all’interno del partito non sembrano placarsi. E dopo “lo strappo” di Bossi, torna a farsi sentire la vecchia guardia del Carroccio. Qualche giorno fa, l’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, aveva invocato apertamente un nuovo segretario. Roberto Castelli, anche lui esponente storico della vecchia Lega Nord, chiarisce che “Bossi non è assolutamente un’ombra, è una presenza fondamentale, un vecchio leone che lotterà fino alla fine, ma – precisa – bisogna capire come si sviluppa questa questione: le letture possono essere tante”. E spiega: “Se il Comitato del Nord parte da una precisa esigenza di portare alla ribalta il dibattito sulla questione settentrionale, assolutamente ben venga. Ma vediamo come si svilupperà e vedremo la vera essenza di questa iniziativa”. Intanto Autonomia e libertà, l’associazione fondata dallo stesso Castelli, sabato manderà una sua rappresentanza all’appuntamento previsto a Biassono (Monza e Brianza) per l’incontro “Per il Nord! Riparte la battaglia”.
La fronda veneta – Più netta la posizione dei rappresentanti veneti: “La proposta di Bossi di un Comitato per il nord è uno sfogo figlio del malessere dalla lontananza del partito dal territorio – dice Fabrizio Baron, consigliere regionale – . Siamo in Veneto e non in Lombardia – prosegue – ma da noi, come da loro, tutto è figlio del malessere che c’è da tempo. Da 3 anni non si fanno congressi – rileva – dopo 4 anni al governo non si è riusciti a fare l’autonomia che è tema fondante della Lega”. “Poi – prosegue – in compenso abbiamo votato per quella specie di Cassa per il mezzogiorno che è il reddito di cittadinanza, per non parlare di come in un nulla abbiamo votato per Roma Capitale”.
“La proposta di Bossi? Sono pronto ad aderire, è un ritorno alle origini forse ma soprattutto a ciò per cui abbiamo lottato e lavorato per tanti anni”, spiega un altro veneto, Giannantonio Da Re, eurodeputato del partito di via Bellerio e già Sindaco di Vittorio Veneto.
Stanno nascendo altri gruppi simili a quello di Bossi e uno è quello di Castelli, spiega l’assessore leghista veneto allo Sviluppo, Roberto Marcato. “Bisogna cercare di capire – aggiunge – questa proposta del Senatur. Il fatto è che comunque è un movimento come altri che stanno nascendo all’interno della Lega e che hanno un’unica spinta: riportare al centro la questione settentrionale”. “Non è una critica a Salvini – conclude Marcato – ma piuttosto al cerchio magico che gli sta attorno”. ll Comitato del Nord? È la naturale reazione alla mancanza di risposte che non fa presagire una fase tranquilla nel partito, sintetizzano fonti della Lega veneta.
Fava: “Mi candido a congresso Lega Nord” – “Il prossimo 20 ottobre è convocato il consiglio federale della Lega Nord che dovrà fissare la data del prossimo congresso. Salvini stavolta non potrà correre perché fa il segretario del suo partito personale. Ovviamente potrà valutare di schierare chi crede di quelli vicini a lui ma di certo si riapre la partita per rilanciare la Lega Nord”, spiega Gianni Fava, ex parlamentare del Carroccio.