“In questo mese c’è stato un intero Paese che si è ribellato contro un regime violento e insostenibile e la rivolta ha raggiunto tutti i settori della società, al di là delle etnie, delle classi sociali o dell’età. Le donne, anche le più giovani nei licei, stanno guidando questa rivolta. C’è una grande unità fra le varie componenti del paese e una grande voglia di cambiamento. Sì, credo che un cambio di regime sia possibile”.
“L’uccisione della ragazza curda Zhina (Mahsa) Amini ha provocato una rivolta con pochi precedenti per la sua diffusione e per la sua natura. Il regime islamista di Teheran è diventato sempre più opprimente, estremista, intollerante e divisivo. Credo che si possa arrivare alla fine della Repubblica Islamica”. Chi parla, in un’intervista a Repubblica, è Mustafa Hijri, leader del Partito Democratico del Kurdistan Iraniano, che vive in esilio oltre il confine con l’Iraq – a Koy Sanjaq. Hijri ritiene che le rivolte in Iran possano portare alla fine del regime. Si legge su Repubblica.
Secondo il leader del Partito Democratico del Kurdistan Iraniano è probabile che il regime cada perché c’è un crescente malumore all’interno delle forze di sicurezza.
“Il regime islamista non può rimanere a lungo al potere e cadrà. Oltre alla rivolta popolare ci sono molti segnali di un crescente malumore all’interno delle forze di sicurezza per la brutale repressione delle proteste. Le sanzioni internazionali hanno contribuito a far crescere il malcontento in modo diffuso e oggi il regime islamista è isolato nella comunità internazionale. In altre parole: l’ideologia e la struttura di potere della Repubblica Islamica sono antitetiche alla domanda popolare di libertà, secolarismo e democrazia. Un cambio di regime è dunque inevitabile”.
Hijri è contro la ripresa dei negoziati sul nucleare, che non “potranno che recare vantaggi al regime islamista, come peraltro è accaduto nel 2015”. E pensa già a cosa ci sarà dopo la caduta della Repubblica Islamica.
“Un paese secolare, federale e democratico, fondato sul rispetto dello stato di diritto. Vorremmo un Iran in pace con i propri vicini in tutto il Medio Oriente, e amico delle democrazie in tutto il mondo”.