Parole poco più che di circostanza. Perché non si può condannare il rastrellamento nazi-fascista del Ghetto mentre nello stesso tempo di hanno cimeli di Mussolini in casa e si celebra l’anti-semita Almirante come se fosse uno statista, mentre è stato uno che ha partecipato a creare il clima razzista culminato nelle leggi razziali del 1938 premessa per il rastrellamento di Roma.
Per Giorgia Meloni “il 16 ottobre 1943 è per Roma e per l’Italia una giornata tragica, buia e insanabile“.
Lo ha dichiarato la leader di Fratelli d’Italia. “Quella mattina la vile e disumana deportazione di ebrei romani per mano della furia nazifascista : donne, uomini e bambini furono strappati dalla vita, casa per casa. Più di mille persone furono deportate e di loro solo quindici uomini e una donna fecero ritorno. Nessuno dei bambini. Una memoria che sappiamo essere di tutti gli italiani”, ha ricordato.
Un orrore – ha aggiunto – che deve essere da monito perché certe tragedie non accadano più. Una memoria che sappiamo essere di tutti gli italiani, una memoria che serve a costruire gli anticorpi contro l’indifferenza e l’odio. Una memoria per continuare a combattere, in ogni sua forma, l’antisemitismo”.
La Russa: “Rastrellamento tra le pagine più buie della storia” –
“Il rastrellamento del ghetto di Roma rappresenta una delle pagine più buie della nostra storia. Quel giorno, oltre mille persone tra donne, uomini e bambini furono strappate ai loro affetti e deportate al campo di sterminio di Auschwitz. Solo 16 di loro fecero ritorno”.
Lo ha affermato il presidente del Senato, Ignazio La Russa. “È compito di tutti, a cominciare dalle più alte istituzioni, tramandarne il ricordo affinché in futuro non si ripetano mai più simili tragedie. Alla comunità ebraica, oggi come sempre, la mia sincera vicinanza”, ha aggiunto.
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