La gaffe di Debora Serracchiani non può essere derubricata a mero incidente parlamentare, piuttosto descrive alla perfezione lo stato confusionale che grava ancora sul Pd, ad un mese dalle elezioni del 25 settembre.
“Il colpo del Ko. Triste e meritato”, lo definisce Claudio Velardi, “Gioco, partita, incontro”, per Fabrizio Roncone sul Corsera.
Torniamo indietro di una sequenza : la capogruppo del Pd alla Camera, fresca di conferma, nel suo intervento in dibattito dice alla Presidente del Consiglio ‘che lei vorrebbe le donne un passo indietro agli uomini’.
Debora Serracchiani lo afferma forte della posizione del suo partito, che con il 28,6%, è il secondo ad aver eletto meno donne in Parlamento, nonostante mille commissioni, mille responsabili attente anche ai pronomi con i quali definire le cariche.
Il punto è proprio quello: la capogruppo lamenta alla prima donna che sale a Chigi, un comportamento ‘maschilista’ che invece è riconducibile soprattutto al Pd.
Le due presidenti di gruppo, accompagnate dal nuovo sergente di ferro Marco Meloni, avevano già dato prova della loro insipienza la settimana prima: durante il voto sugli uffici di Presidenza di Camera e Senato, gli strateghi dem erano riusciti a farsi soffiare dal M5S, ben due segretari d’aula, la conta finale infatti conteneva lo scalpo di due parlamentari emiliani (Manca e Vaccari) non eletti.
Per dire che lo stato di imbambolamento del Pd perdura da molte settimane.
Venerdì, forse, la direzione deciderà la data delle primarie, probabilmente per marzo del 2023.
Bonaccini dovrebbe decidersi alla candidatura, la sinistra sta ancora pensando alla mossa più efficace. Intanto anche il sindaco Dario Nardella inizia a scaldarsi a bordo campo. Già è proprio vero che nel Pd può succedere di tutto, anche che un prodotto di Matteo Renzi come Nardella, possa essere considerato dalla sinistra un alfiere del nuovo corso, da contrapporre ad un altro renziano come il Presidente della Regione Emilia Romagna.
In questa situazione però i dem rischiano di arrivare esausti alle primarie, senza più una linea da seguire.
Una trama che Nanni Moretti aveva già disegnato nel 1989 con il film Palombella Rossa.
In fondo Debora Serracchiani è solo un nuovo Michele Apicella, che durante una Tribuna Politica, nell’appello agli elettori, si mette a cantare “E ti vengo a cercare” di Franco Battiato.
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