Scandura: "Piantedosi e Meloni contro le sole Ong ignorando le leggi internazionali sul mare"

Il giornalista di Radio Radicale molto addentro le questioni dei migranti: "Chissà se questo governo in nottata non abbia riscritto le leggi internazionali all'insaputa dell'Onu in un retrobottega del Twiga"

Scandura: "Piantedosi e Meloni contro le sole Ong ignorando le leggi internazionali sul mare"
Sergio Scandura, giornalista di Radio Radicale
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5 Novembre 2022 - 18.53


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Le giustificazioni del governo Meloni alla nuovo chiusura dei porti sembrano ai più pretestuose. Da quando in qua i naufraghi devono essere sbarcati nel paese di bandiera della nave che li ha salvati? Affermare questo non è un precedente pericoloso?

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Non sta scritto da nessuna parte – risponde Sergio Scandura, inviato e voce storica di Radio Radicale che da moltissimi anni si occupa di migranti, Ong e di tutto quello che accade nelle due sponde del Mediterraneo – a meno che questo governo in nottata non abbia riscritto le leggi internazionali all’insaputa dell’ONU in un retrobottega del Twiga. Lo stato-bandiera di una nave ha solo il compito di assicurare e assicurarsi che in quel pezzo di ‘terra gallegiante’ i Naufraghi soccorsi stiano bene, che a loro sia assicurata dignità e – soprattutto – che non vengano respinti e portati in un posto pericoloso ma assicurati nel Place Of Safety più vicino. Place, “luogo ” e non porto sicuro più vicino: significa un paese che abbia firmato Convenzioni e Leggi Internazionali. Il problema sta sempre nel non riuscire a immedesimarsi negli altri. Immagino una Meloni, un Piantedosi, un Salvini, un Tajani o qualsiasi altro retequattrista davanti a una ONG che ha salvato un loro caro a sud di Lampedusa, fuggito e fisicamente segnato da torture e stupri quotidiani “degli orrori inimmaginabili della Libia” (cit. ONU). Aspettano il loro caro salvato al porto di Pozzallo: che fanno? Vedono la bandiera tedesca o norvegese della nave e dicono: “ah no-no, circumnavigate l’Europa e sbarcate mia figlia ad Amburgo o a Oslo tra un mese? Siamo seri: e umani, hai visto mai. Dalla convenzione di Ginevra in poi, tutte le leggi internazionali sono state faticose, decennali, conquiste di civiltà nate dopo guerre che hanno segnato il pianeta. Conquiste di civiltà, non il suo opposto. Il nostro paese quelle leggi le ha firmate tutte eccome, altrimenti dovremmo chiederci cosa ci stia mai a fare un paese come l’Italia nel G7 oltre che nella UE.

Tu hai scritto di navi battenti differenti bandiere che in questi giorni hanno ottenuto il Pos dell’Italia. Questo significa che ad di là delle chiacchiere il bando riguarda solo le Ong ed è una ostilità mirata?

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Con la nostra attività di monitoraggio abbiamo documentato e dimostrato numerosi soccorsi coordinati dall’Italia che peraltro ha una delle Guardie Costiere migliori al mondo, avvenuti in acque internazionali, anche e perfino in area SAR libica, nè-più-nè-meno come salvataggi che hanno fatto e fanno le ONG, ma non va bene quando ad avere Naufraghi a bordo sono loro. In questi giorni sono arrivati a sbarcare Naufraghi da mercantili, cargo e petroliere con bandiere off shore ‘di comodo’. Provo a immaginare Piantedosi e Tajani di notte in pigiama, a fare i conti col fuso orario per chiamare le Isole Marshall, Belize, Antigua e Barbuda, Bahamas. No, il problema è un altro ma vi rispondo solo se per un attimo mi concedete anche un po’ di linguaggio urbano, perché non sempre si riesce a essere diplomatici.

Cioè?

La morale retequattrista è: sapete che (non) c’è di nuovo? Non solo in Italia di Naufraghi ne faccio sbarcare e ne faccio soccorrere dieci volte di più dalla Guardia Costiera ma faccio sbarcare qui anche pattugliatori Frontex spagnoli e rumeni, dozzine di cargo con stati bandiera Isole Marshall, Belize, Antigua e Barbuda, Bahamas: non voi ONG anche se siete solo il 14% degli totale sbarchi, perché ci state sul cazzo, servite alla nostra propaganda, ai nostri fake e siete anche utile distrazione dai nostri veri casini. Insomma, poté più la prevedibilità del male che la sua banalità.

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Nei giorni scorsi è stato rinnovato il finanziamento alla Guardia Costiera libica tanto contestato. Questo nuovo giro di vite con le Ong non si può anche leggere con la volontà di non avere troppi testimoni che raccontino cosa sta accadendo nel Mediterraneo?

Nel 2009 il governo Berlusconi organizzò alcune navi militari della Marina respingendo i rifugiati in Libia. A quel tempo, nonostante ci fosse Gheddafi, in Libia ci poteva quasi andare come turisti e non rischiavi certo la vita per le strade di Tripoli come oggi. Il CIR di allora con un gruppo di avvocati, col radicale Andrea Saccucci in testa, riuscì a raggiungere i rifugiati respinti e ottenere la delega firmata per presentare il ricorso in sede europea, che prese in nome di ‘Caso Hirsi’. Nel 2012 la CEDU condannò l’Italia per quei respingimenti. Nel 2017 il governo monocolore del PD pensò di cominciare a fare la brutta copia dell’originale con Minniti. L’apripista Minniti trovò una scorciatoia: forniamo noi a criminali libici spacciati per guardia costiera, vedette, mezzi e supporti Made In Italy per fare quello che non possiamo fare noi violando leggi internazionali. Le ONG sono scomode e ad onor del vero anche quei pochi e rari giornalisti che qui in Italia se ne occupano. Hanno reso la Libia e il mare che ci separa un Buco Nero, i governi italiani inclusi quelli di ‘sinistra’ hanno trattato e ancora trattano il soccorso in mare – ovvero – vita e morte delle Persone – come un Segreto di Stato. La Guardia Costiera non ci comunica più nulla; le prefetture, ultimo miglio del Viminale, impediscono ai cronisti di documentare gli sbarchi nei nostri porti; il Viminale ha imposto la censura alle Organizzazioni Internazionali: se solo forniscono qualsiasi informazione alla stampa, pena il ritiro degli accrediti nei porti e nei centri e quindi con la fine delle loro missioni dalle Agenzie ONU in giù. Lamorgese a marzo di quest’anno ha varato un decreto ministeriale che ritiene inaccessibile e ‘classificata’ ogni informazione legata all’immigrazione. Ecco perchè a Radio Radicale ho iniziato da alcuni anni anche un certo tipo di monitoraggio tracciando velivoli e navi sull’area oltre alle corrispondenze trasmesse a Radio Radicale. Marco Pannella ci ha lasciato proprio con l’ultima battaglia, oggi dirimente più che mai: il Diritto alla Conoscenza.

Bersani ha detto che questa politica di chiusura netta da parte del governo è pericolosa perché se si guardano i dati si vede come la redistribuzione dei migranti non sfavorisce così l’Italia o anche – visto che le Ong portano solo il 15% dei naufraghi – che la Ue potrebbe sentirsi autorizzata a dire che il restante 85% è un problema solo italiano. C’è il rischio che la propaganda del governo Meloni produca altri cortocircuiti?

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Ha ragione. Questa storia è solo una ‘mucca nel corridoio’ umanitario, si è persa la laicità delle cose, la loro oggettività dati alla mano. Un Paese del G7 di 59 e dispari milioni di abitanti, con una continua, lagnosa, vittimistica lamentela sui migranti, un’emergenza numerica e una invasione che non ci sono.
Primo cortocircuito. Quando il povero ministro Tria venne tenuto in ostaggio a Bruxelles, che in quell’anno andavamo trattando sui decimali, usammo la scusa del fenomeno dei migranti per ottenere sconti in Europa ai fini di bilancio. Juncker temo non la prese bene, forse perse un po’ la pazienza e per fatalità delle coincidenze ad alcuni di noi giornalisti arrivò un documento di cinque cartelle in cui si dimostrava come l’Europa aveva già dato all’Italia un miliardo di euro accantonato per la gestione dell’accoglienza e del soccorso in mare.
Secondo cortocircuito. Quando poi Lamorgese col famoso Patto Di Malta riuscì a strappare un accordo su base volontaria tra paesi aderenti, la ripartizione dei migranti venne prevista solo per le Persone salvate in acque internazionali e non per la maggioranza che arrivavano in autonomia fino alle acque nazionali di Lampedusa. Potevano quindi ripristinare le missioni governative di salvataggio in mare ma non si poteva fare: perché da sinistra a destra erano tutti impegnati –  tutti – a criminalizzare il soccorso in mare per pura propaganda.
Cortocircuito tre. L’hotspot di Lampedusa è una porcilaia, viaggia sempre oltre i 1000 su una capienza di 300 posti e una volta svuotato da trasferimenti dei traghetti dall’isola a Porto Empedocle si riempie subito in giornata con altri arrivi da Libia e Tunisia via mare: arrivi in autonomia e non certo con le ONG. Ma se dici a ‘questi qua’ scusate, mettete le navi di soccorso della Guardia Costiera a sud di Lampedusa evitando di intasare l’isola, apriti cielo. Corto circuito quattro. I paesi membri che non sarebbero solidali con l’Italia. Solo la Germania si è fatta carico di più di mezzo milione di migranti arrivati dall’Italia: potevano anche restituirceli tutti in un’unica soluzione, non lo hanno fatto. Piuttosto, hai visto mai. la Germania ha ‘portato a reddito’ sociale ed economico anche quel capitale umano arrivato dalle coste italiane. L’elenco dei cortocircuiti è pieno, così lungo che perfino Tolstoj alzerebbe le braccia in segno di resa. M. Vic

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