Nel Pd c’è voglia di cambiamento e di un cambiamento rapido. Dopo le parole di Enrico Letta, che ha chiesto una veloce fase costituente per costruire un’opposizione credibile all’estrema destra del governo Meloni, anche Roberto Morassut ha parlato dell’argomento a La Repubblica, dando però una nuova chiave di lettura.
«Bisogna darsi una calmata. Al Pd non è più riconosciuto un ruolo di guida della coalizione. Tutte le candidature avanzate dal Pd in questo periodo sono valide, di grande qualità e capaci di garantire un buon governo. Il problema è costruire una coalizione ampia che abbia possibilità di vittoria. Se Carlo Calenda da un lato e Giuseppe Conte dall’altro hanno come priorità quella di battere la destra devono sapere che l’alleanza va costruita per un fatto matematico e cercare di trovare le forme di un’intesa. Se invece prevale l’idea di lucrare voti per sé stessi per valutare il peso della propria forza politica, non hanno la nostra stessa priorità. Per noi sconfiggere la destra è non solo doveroso ma possibile».
«Il mio pensiero è che a questo punto il Pd abbia fatto bene a fare un passo indietro perché potevano essere strumentalizzate da una parte o dall’altra. – ha aggiunto Morassut – Ora bisogna proporre agli alleati un tavolo per condividere una candidatura civica di altissimo profilo di fronte alla quale sarebbe difficile per Calenda e Conte dire di no. Mi piacerebbe una candidatura di tipo cattolico democratico, anche per tutto quello che sta accadendo con la destra al governo, penso ai migranti, e una figura di scienza visto che andiamo incontro a Expo. Capace di unire e far sentire la coalizione dentro un progetto comune».