Il tema migranti sta tenendo banco in queste prime settimane di governo Meloni e Carlo Calenda non ha perso tempo per tuffarsi nella polemica. Il leader di Azione ha scritto un lungo post sui propri canali social.
«Il numero dei migranti salvati dalle Ong è ininfluente rispetto al totale degli arrivi. L’Italia continua ad essere un paese di transito. I migranti arrivano lavorano per qualche mese per poi andare in altri paesi. Ci sono 500/600 mila irregolari in Italia».
«Su questo dato dovremmo concentrare il nostro lavoro attraverso un’agenzia per l’immigrazione, gli sprar, la regolarizzazione di chi trova un lavoro, i rimpatri incentivati, lo ius scholae. Invece continuiamo a parlare di 100 disperati bloccati su una nave per propaganda politica. La chiusura delle rotte di immigrazione illegale è fondamentale per gestire i flussi in modo civile. La retorica di sinistra sui porti aperti è assurda. Lavorare con i paesi di transito e provenienza è indispensabile. Così come il pattugliamento e i respingimenti».
«Quello che sta accadendo con le navi delle Ong è la ripetizione dello sconcio avvenuto sotto il governo di Giuseppe Conte e Matteo Salvini. Ma al di là della questione umanitaria ciò che è drammatico è il riproporsi di un vuoto confronto tra porti aperti e porti chiusi».
«In questo modo di evita sempre di parlare seriamente di immigrazione. Come controllare i confini e chiudere le rotte di immigrazione illegale evitando di violare il diritto internazionale e i principi umanitari e come integrare i migranti che risiedono in Italia. Si discute di simboli ma non del problema, di come governarlo e farlo diventare un’occasione di sviluppo. Siamo sempre congelati lì, nello scontro di rumori che aiuta destra e sinistra a non far nulla, militarizzando gli elettori. È un’eterna ripetizione del nulla».