La strategia della destra: diffamare le Ong con teoremi già smentiti. Intanto hanno l'immunità

La linea del governo Meloni e dei parlamentari della destra reazionaria è dire che c'è una sorta di patto tra Ong e scafisti che sarebbero più o meno d'accordo. Diffamazioni. Cose già smentite dalle inchieste giudiziarie ma...

La strategia della destra: diffamare le Ong con teoremi già smentiti. Intanto hanno l'immunità
Volontari di Humanity
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9 Novembre 2022 - 12.15


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Sulle Ong la linea del governo Meloni è quella della diffamazione e del tentativo di gettare discredito su chi salva vite in mare. E siccome il loro tasso di innovazione nella politica e nel linguaggio della politica viaggia  la con 100 anni di ritardo la retorica di Giorgia Meloni e di tutto il codazzo di estrema destra che la segue – compreso Matteo Salvini e il sedicente moderato Antonio Tajani –  è tutta basata sul complotto e la macchinazione.

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Da giorni i reazionari al governo e i loro galoppini dicono a destra e a manca che le Ong non sono organizzazioni umanitarie ma sono parte integrante di un patto scellerato e criminale con gli scafisti con i quali si danno appuntamento in mare aperto per prendere in consegna non già i naufraghi ma una sorta di ‘merce’ umana utile ai guadagni.

La famosa tesi delle Ong taxi del mari a suo tempo tirata fuori da Giggino Di Maio a imperitura onta della sua parabola politica e che ora tutti vanno ripetendo, da Calderoli a Salvini, da Tosi al ministro degli esteri Antonio Tajani.

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Oggi Tajani ha detto: “Non siamo di fronte a persone che sono in difficoltà in mare perché hanno fatto naufragio, ma a viaggi organizzati. Spesso i trafficanti partono quando sanno che c’è una Ong in giro: non è più soccorso, ma una sorta di servizio taxi fatto per sfruttare la disperazione delle persone”.

Menzogne, bugie, diffamazioni. Tutte tra l’altro – a proposito del garantismo della nostra destra che riguarda solo ricchi, tangentisti e indagati per prostituzione minorile – ampiamente smentite proprio dalla stessa magistratura, visto che alcune inchieste giudiziarie partite con annunci roboanti poi sono miseramente naufragate nel nulla (naufragio è la parola giusta) perché si è trattava di teoremi e di ipotesi d’accusa che si sono rivelati inesistenti e non di altro.

Ora al governo reazionario non resta che la diffamazione. E si sentono protetti dall’immunità. Del resto il coraggioso Matteo Salvini, a processo per diffamazione per le false accusa a Carola Rackete è riuscito a far sì che il Tribunale sospendesse il procedimento e rimandasse tutto al Senato per verificare se gli insulti e le bugie rientrassero nei suoi diritti di parlamentari.
E cosa deciderà il Senato? Temiamo che metterà una pietra tombale sulle diffamazioni contro Carola Rackete, assolta da tutte le accuse ma oggetto di una campagna d’odio senza eguali. Sarebbe giustizia?

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Si sentono protetti e diffamano. Le Ong sono parte integrante di un piano criminale in accordo con gli scafisti? Dovrebbero portare le prove davanti ad un giudice. Ma non accadrà.

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