Il governo Meloni ha messo nel mirino il reddito di cittadinanza, già durante la campagna elettorale pre 25 settembre. Una misura che, secondo l’esecutivo, non incentiva la ricerca di lavoro e anzi diminuisce l’appetibilità dell’accesso alla professione. A smentire la narrazione della destra ci ha pensato Pasquale Tridico, presidente dell’Inps.
“Senza la misura resterebbe solo la Caritas, ricordiamoci che oggi viene dato per due terzi a persone che non possono lavorare”, sottolinea.
Da aprile 2019 a oggi hanno ricevuto il pagamento di almeno una mensilità del reddito di cittadinanza “2,24 milioni di nuclei familiari per un totale di oltre 5 milioni di persone, con un importo medio Rdc-Pdc (reddito e pensione di cittadinanza) attualmente di circa 550 euro per nucleo e una spesa totale di circa 8 miliardi l’anno”, osserva Tridico in un’intervista al Fatto quotidiano.
“Si è raggiunto un record di percettori nel picco della pandemia, nella prima parte del 2021, con 3,9 milioni di individui beneficiari di almeno una mensilità di Rdc – spiega -. A ottobre i percettori sono scesi a circa 2,45 milioni di persone, corrispondenti a 1,16 milioni di nuclei familiari. Circa il 20% dei percettori già lavorava, con guadagni minimi, fin dall’inizio della misura e non ha smesso di farlo, anzi ha aumentato la propria offerta sul mercato, come abbiamo rilevato nell’ultimo rapporto annuale Inps. Un dato sufficiente a rilevare che il reddito non incentiva a stare sul divano”.LEGGI ANCHE
“Il 65% dei percettori sono anziani, disabili e minori e persone che non hanno mai lavorato; il 10%, 350 mila persone, ha trovato lavoro; un altro 5% ha il reddito e non lavora e potrebbe essere inserito nel mercato con politiche mirate”. Tridico non è d’accordo con chi sostiene che il Rdc abbia fallito nell’inserimento nel mondo del lavoro: “Il 20% dei percettori del Rdc lavora, sono working poor a cui viene integrato il reddito, percentuale aumentata rispetto al 2019, quando era del 18,5%.
Inoltre, il profilo dei percettori nel 70% dei casi e’ costituito da persone con bassa istruzione, spesso difficili da allocare sul mercato, un mercato che per buona parte dell’ultimo triennio e’ stato bloccato da pandemia e crisi”. Per milioni di persone, “senza il Rdc rimarrebbe solo la Caritas… Esiste la Naspi per chi perde il lavoro, per un massimo di 2 anni. Ma ricordiamoci sempre che il Rdc oggi per i due terzi viene dato a persone che non possono lavorare (anziani, disabili, minori), o non hanno mai lavorato, o non hanno una storia contributiva recente”.
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