Follie della Lega omofoba, retrograda e oscurantista: i matrimoni religiosi sono in calo. Ecco, quindi, la proposta della Lega per “rilanciarli”: un bonus matrimonio fino a 20mila euro ma solo per chi si sposa in chiesa. Per chi, invece, sceglie il Comune, niente. È il contenuto di una proposta di legge depositata alla Camera dai deputati del Carroccio Domenico Furgiuele, Simone Billi, Ingrid Bisa, Alberto Gusmeroli ed Erik Pretto.
La formula è quella della detrazione del 20 per cento delle spese connesse alla celebrazione del matrimonio religioso, quali ornamenti in Chiesa, tra cui i fiori decorativi, la passatoia e i libretti, gli abiti per gli sposi, il servizio di ristorazione, le bomboniere, il servizio di coiffeur e di make-up, il servizio del ‘wedding reporter’.
I potenziali beneficiari sono le giovani coppie under 35 con Isee riferito al reddito dichiarato al 31 dicembre 2022 non superiore a 23.000 euro e non superiore a 11.500 euro a persona.
Le spese detraibili connesse alla celebrazione del matrimonio religioso sono stabilite nella cifra massima di 20.000 euro e sono ripartite tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo. Le spese devono essere state sostenute nel territorio dello Stato italiano e, infine, i beneficiari del bonus devono essere in possesso della cittadinanza italiana da almeno dieci anni.
I dati del 2021 – Le nozze con rito religioso sono in calo (-67,9%) così come i primi matrimoni (-52,3%). Nel 2021 i dati indicano, rispetto all’anno precedente, un raddoppio dei matrimoni, ma la ripresa non è sufficiente a recuperare quanto perso nell’anno prima.
C’è solo da capire – non essendo al momento disponibile il testo integrale – se il bonus c’è anche per coloro che se sposano in un tempio o in una moschea.