Autonomia, Calderoli contro De Luca: "Nel 2019 chiedeva quello che è scritto nella riforma"

Calderoli: "La proposta De Luca chiedeva con alcuni distinguo, le competenze più cruciali. Quelle che oggi fanno quasi gridare all'attentato alla Costituzione. La sanità, per esempio, e l'istruzione".

Autonomia, Calderoli contro De Luca: "Nel 2019 chiedeva quello che è scritto nella riforma"
Roberto Calderoli
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21 Novembre 2022 - 10.53


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Nel governo Meloni, il ministro per gli Affari Regionali e per le Autonomie, Roberto Calderoli, ha intrapreso un duro faccia a faccia con Vincenzo De Luca, governatore della Campania e fermo oppositore della riforma dell’autonomia differenziata. «Non so se chi parla in questi giorni sia il presidente della Campania Vincenzo De Luca, Maurizio Crozza che fa De Luca, o un terzo De Luca ancora» ha dichiarato Calderoli al Corriere della Sera.

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Nel 2019 De Luca firmò «una proposta d’intesa. È, in pratica, la Regione Campania che chiede quelle autonomie che oggi, secondo non so quale dei De Luca, dividerebbero il Paese. De Luca mi attacca frontalmente, cerca di costruire un fronte del Sud contro l’autonomia e sostiene che io stia cercando di spaccare il Paese perché voglio attuare la Costituzione. Posizione sbagliata ma in sé legittima. La sua proposta fa riferimento a due pronunciamenti pro autonomia del Consiglio regionale della Campania. Comunque, sono in tanti ad aver cambiato idea». 

La proposta De Luca chiedeva «con alcuni distinguo, le competenze più cruciali. Quelle che oggi fanno quasi gridare all’attentato alla Costituzione. La sanità, per esempio. L’istruzione. E poi le valutazioni d’impatto ambientale, le autorizzazioni paesaggistiche minori e diverse altre fino alla rete regionale dei musei e dei beni culturali».

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Quanto ai livelli essenziali delle prestazioni (Lep), Calderoli dice: «Sì, anche su quello la proposta di De Luca è interessante. Dice che lo Stato dovrebbe definire i Lep entro un anno dall’approvazione. Ma, nel frattempo, il trasferimento delle funzioni è già avvenuto. Nelle more, i trasferimenti si baserebbero sulla `spesa destinata a carattere permanente, fissa e ricorrente´. In sostanza, la spesa storica. Oggi dicono che mai e poi mai può essere usata. Neanche dalle regioni del Nord è venuta una proposta così ardita. A De Luca anticipo che noi porteremo una versione moderata rispetto alla sua così estrema». Sul perché alcuni governatori hanno cambiato idea, il ministro chiosa: «Oggi ritengono sia meglio il ruolo di paladini del Sud. Ma il Sud, quando sarà adeguatamente informato, manderà i Masaniello a quel paese e farà i propri interessi. Che sono quelli di tutti».

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