Letta alla direzione Pd: "Iniziata la fase costituente, valutiamo un allargamento agli esterni"

Letta: "Il Pd è pronto ad affrontare la questione chiave sui nodi che dobbiamo sciogliere, su chi siamo, su cosa dovrà essere il nuovo Pd che vogliamo, insieme a tutti coloro che aderiranno a questa fase costituente".

Letta alla direzione Pd: "Iniziata la fase costituente, valutiamo un allargamento agli esterni"
Enrico Letta
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24 Novembre 2022 - 14.39


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Enrico Letta ha parlato alla direzione del Pd, al Nazareno. Il segretario dem ha iniziato attaccando il governo Meloni, sul tema della manovra.

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“Qualcuno ci ha detto che siamo eccessivamente critici nei confronti della legge di bilancio, dicendo che potevano fare peggio e sfasciare i conti pubblici. Questo è un non argomento, siamo in un momento cruciale, in bilico rispetto alla recessione, ecco perché è necessario che ci siano le scelte giuste e che siano ambiziose e giuste. Ecco perché improvvisata, iniqua e inadeguata”. 

E’ cominciata la fase costituente, abbiamo due mesi di tempo in cui abbiamo il tempo e la possibilità di sciogliere i nodi per la costruzione del nuovo Pd. Non ci sarà congresso senza una fase costituente efficace. Il comitato costituente sarà composto per un terzo da esterni, per un terzo da rappresentanti dei territori e per un terzo da parlamentari. Un quadro che mette insieme le tre grandi polarità del nostro lavoro – ha aggiunto – Ci aspettiamo che i candidati affrontino i nodi, ponendo le soluzioni alle questioni, che sono come servire il Paese e come fare sì che ci sia un nuovo Pd migliore, in grado di affrontare dei nodi che quando nel 2007 è nato erano ben lungi dall’arrivare”, ha detto.

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“La discussione sul congresso “comincia oggi, poi due momenti importanti, sabato 3 in tutti i territori presenteremo le nostre controproposte con una mobilitazione importante, la prima in questa nuova vita da opposizione. Poi il 17 dicembre a Roma, la nostra iniziativa nazionale, dove metteremo in campo le controproposte, con anche la questione del salario minimo e quella del cuneo fiscale. Il cuneo fiscale da ridurre era un cavallo della campagna elettorale di Meloni, oggi c’è una trasposizione inadeguata nella legge di Bilancio”, ha ribadito.

l Pd è pronto ad affrontare la “questione chiave sui nodi che dobbiamo sciogliere, su chi siamo, su cosa dovrà essere il nuovo Pd che vogliamo, insieme a tutti coloro che aderiranno a questa fase costituente. Vogliamo costruirlo intanto con i compagni di strada della campagna elettorale, per primo Articolo 1, e ovviamente per tutti coloro che decideranno di aderire, vale per Demos, per Centro democratico, aprire le porte delle liste civiche”, ha proseguito Letta.

Un “allargamento e approfondimento sui nodi essenziali che faremo insieme” agli “esterni” che avanzeranno le proposte sulla “riscrittura della Carta dei Valori” e “il 13, 14 e 15 gennaio potremo concentrarci su una Piazza per il Nuovo Pd, che consentirà di ascoltare, interloquire, parlare con le persone che ci hanno rivolto attenzione”. “Il comitato costituente – ha spiegato Letta – sarà composto per un terzo di esterni, per un terzo di rappresentanti dei territori, per un terzo dei parlamentari”.

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“Ci aspettiamo che i candidati e le candidate alla segreteria affrontino ponendo le loro soluzioni rispetto alle questioni che abbiamo davanti nel Paese”. I dem devono essere in grado di “far sì che il Paese abbia un Pd migliore per affrontare i nodi che nel 2007, quando il Pd è nato, erano ben lungi dall’arrivare”, ha concluso Letta.

“Dopo quello che è accaduto non sono immaginabili tagli sulla salute – ha proseguito sulla manovra – Io ho appena fatto la quarta dose e sono particolarmente in lunghezza d’onda su questo concetto. Al governo chiediamo di rilanciare il messaggio della campagna vaccinale e di non abbassare la guardia perché pericolo è ancora lì”.

Sulle elezioni regionali invece ha commentato  “molto difficili. Nelle due regioni più grandi, Lazio e Lombardia le abbiamo affrontate con la chiave giusta: discussione approfondita e tante delicatezze in campo per allargare”. Il risultato sono state “due candidature all’altezza”: Majorino e D’Amato. L’obiettivo “che intravediamo” sono “altri 10 anni di buon governo del Lazio” e “la svolta in Lombardia”

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