«A che punto è la notte della sinistra? Si fatica molto a vedere le luci dell’alba. La sinistra che ha ammainato la bandiera del socialismo e ha impugnato gli stendardi del governismo, procede a tentoni, alla cieca, senza bussola. Così rischia di precipitare nel burrone dell’insignificanza».
È l’opinione dell’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola, espressa in un’intervista.
«La crisi della sinistra viene da molto lontano. La scelta improvvida di Letta di rompere l’alleanza con il M5s ha impedito di giocare la partita elettorale, regalando il Paese alla destra radicale di Meloni. Ma questo è solo l’ultimo atto di una storia che comincia con la crisi del compromesso socialdemocratico in Europa. Il Pd si è auto-incensato con la retorica della responsabilità del governare ed è apparso sempre più come l’alter ego dell’estabishment».
Sulla possibilità che il Pd abbia compreso la lezione della sconfitta, Vendola commenta: «Se guardo al loro dibattito pre-congressuale non solo le dico che la sconfitta pare già una pratica chiusa e archiviata, ma che questa incredibile rimozione è figlia della natura del Pd, un partito balcanizzato, irriformabile, refrattario a qualunque autocritica». E sul fatto che il M5s sia di sinistra osserva: «Hanno presidiato uno spazio simbolico che profuma di `sinistra sociale´. È una evoluzione positiva rispetto al supermarket populista che era alle origini. Se Conte avesse coraggio potrebbe essere lui il federatore di un fronte progressista che oggi appare assai frammentato».