Damiano Tommasi, ossia uno degli esempi di come un campo largo progressista e democratica possa sconfiggere la destra.
«È un po’ come se fossi tornato alla stagione in cui facevo il calciatore: sono spesso assente da casa, i tempi dettati dagli impegni istituzionali. Ma ho buone sensazioni, Verona è molto vitale».
Sono le parole del sindaco di Verona Damiano Tommasi . «Non ho voluto i partiti in campagna elettorale? Devo ringraziare Enrico Letta, che ha capito lo spirito: è stato importante» continua Tommasi che alla sinistra consiglia: «Mettersi in ascolto, vivere la quotidianità. Siamo abituati, con i social, a un ascolto parziale, che poi produce una comunicazione condizionata. E prestiamo troppa attenzione ai sondaggi. Sono fuorvianti, ci distolgono dal concreto. Le scelte di un amministratore devono venire dal reale, dal territorio».
Sul nuovo Governo Meloni: «Ha dovuto subito correggere la narrazione di rottura con cui aveva vinto. Su molte promesse hanno tirato il freno a mano. Meloni? Ci hanno presentati un giorno in Trentino. Non si può dire che non ha fatto la gavetta. E poi è romanista».
Sui migranti: «Affrontiamo il fenomeno, ma ci dimentichiamo delle persone. Non sono numeri quelli che arrivano, sono vite». Sul Redito di Cittadinanza: «Non bisogna lasciare indietro chi non ce la fa, chi non può lavorare. Poi si può pensare a riformularlo, ma i più deboli vanno aiutati».
Tommasi parla anche di Autonomia differenziata: «Il nostro progetto politico si chiama Rete. Credo nell’interconnessione del territorio. Il Comune è azionista dell’Autobrennero, che attraversa quattro regioni. Posso anche migliorare il mio pezzetto, ma se gli altri non avranno uguale cura l’automobilista se ne farà poco. Il Nord reclama più efficienza? È sacrosanto, ma senza diventare delle isole. Chi ha di più deve fare da traino a chi ha di meno. Don Milani diceva: «Non c’è ingiustizia più grande che fare parti uguali tra diversi».
Infine sui mondiali di calcio: «Penso che lo vincerà un’europea. La Germania o l’Inghilterra. Avrei indossato la fascia arcobaleno? Lo sport deve essere super partes. Ma siccome è fatto di uomini e donne non si può negare a loro di esprimere il proprio pensiero sui diritti».