Un cambio di nome che significherebbe un maggiore ancoraggio del Pd a sinistra. “Dico sì alla proposta di Lepore sul cambio del nome: Partito Democratico del Lavoro. Facciamo un referendum”. Lo propone l’ex ministro Pd Andrea Orlando.
“Dovremmo diventare sempre di più – argomenta Orlando- un partito socialista e ecologista, che fa della sostenibilità sociale ambientale e della partecipazione la sua ragione d`essere.
L`Europa ha spazzato via il liberismo sotto loschoc della pandemia e dell`economia. Lo stesso sta avvenendo negli Usa. Ma l`intervento pubblico deve servire a tenere ciò che c’è o a renderlo più sostenibile? Questo è il punto”.
Quanto alla possibilità di una sua candidatura alla segreteria del partito nelle prossime settimane e al suo propendere verso una o l’altra fra quelle in campo e in arrivo di Stefano Bonaccini, Matteo Ricci ed Elly Schlein, Orlando glissa. “Fare una battaglia per la costituente e dire che è sbagiato puntare tutto sui nomi e poi candidarsi sarebbe una contraddizione, non lo faccio. C`è un interesse nel Paese per il nostro congresso: mi preoccupo che chi vuole possa partecipare e non semplicemente intrupparsi”.
Infine sulle elezioni Regionali in Lombardia e nel Lazio di inizio 2023, “abbiamo candidati – afferma Orlando- competitivi, che possono affermarsi. Convergere sulla Moratti sarebbe stato un errore on avrebbe portato alla vitto a. E anche solo pensare che l’ elettorato di sinistra avrebbe seguito la dirigenza su quella scelta vuol dire non aver capito la lezione delle elezioni di settembre”.
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