Congresso o Costituente? Quale sarà il futuro del Partito Democratico. Più `sinistra´ o `centrosinistra´? Alla vigilia del congresso, che si prospetta a gennaio, il Pd è al bivio. Non è solo questione di candidati, ma di linea politica, visto che il problema è fermare il `mangia voti´ da M5s e Terzo polo. Sono in molti a dire `off´: Enrico Letta si doveva dimettere dopo la sconfitta elettorale, ma sono altrettanti a rintuzzare: «gli hanno chiesto di rimanere e da uomo delle istituzioni, si è sacrificato».
Ma tant’è. Fra i Dem parte il confronto e la riunione, spiegano ancora fonti Pd, sarà, come sempre «seria», non solo sui nomi ma sul programma che «ci contraddistingue». Intanto, si levano le diverse voci: «Non ho mai partecipato a componenti o correnti. Mi sarebbe piaciuto se Andrea Orlando si fosse impegnato in prima persona. C’è ancora tempo. Per ora la piattaforma che mi convince di più è quella di Matteo Ricci. Formidabile amministratore, intelligente e moderno», dice il `guru´ del Pd, Goffredo Bettini. Per rilanciare il partito, nota, «servono un segretario e una linea politica limpida».
E sulla `concorrenza´ a sinistra osserva: «Non serve piangere perché cercano di levarci voti. La buona educazione in politica non esiste, se non nei rapporti personali». Il partito si guida sempre dal centro, ma per rilanciare il Pd bisogna rafforzare l’anima di sinistra che negli ultimi anni si è molto appannata, senza però contrapporla al riformismo, perché quello vero è progressista”, nota Matteo Ricci, coordinatore dei sindaci Pd e vicepresidente del partito Democratico dal 2013 al 2017. «Ci si incontra sui temi e le prospettive – osserva – La mia è che il Pd tenga la barra a sinistra e sia combattivo all’opposizione: solo così potremo contrastare l’Opa ostile che stiamo subendo sia da Conte sia da Renzi e Calenda.
Va in questa direzione l’idea di una mobilitazione per il salario minimo, da tradurre in una proposta di legge popolare: la destra con gli evasori, noi con i lavoratori sfruttati e sottopagati». «Dovremmo diventare sempre di più un partito socialista e ecologista, che fa della sostenibilità sociale e ambientale e della partecipazione la sua ragione di essere», sottolinea Andrea Orlando, esponente Dem. E nota: per evitare le scissioni «non basta demonizzarle. Parlo di identità non per ragioni accademiche, ma proprio per evitare rotture. Guardiamo alle scissioni precedenti. È proprio lo scontro personalizzato che porta al rischio di rotture».
Intanto parte la gara per la segreteria, Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Matteo Ricci e Paola De Micheli dovrebbero essere alle linee di partenza.
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