Boccia sulla Puglia: "Calenda è un mercenario dei Parioli, la sua politica è mercimonio"

Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni e Enti locali della segreteria dem commenta il passaggio in Azione di due consiglieri regionali del Pd e di un 'civico' della lista Emiliano

Boccia sulla Puglia: "Calenda è un mercenario dei Parioli, la sua politica è mercimonio"
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7 Dicembre 2022 - 19.32


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Calenda fa campagna acquisti in Azione e in Puglia scoppia la polemica. “Che Calenda interpretasse la politica come mercimonio è noto da tempo ed è sempre più evidente che sentendosi una sorta di Giovanni delle Bande Nere, quando scopre sui territori di essere solo un piccolo mercenario dei Parioli, perde la pazienza e somma agli insulti quotidiani la falsificazione della realtà”. 

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Così Francesco Boccia, senatore Pd e responsabile Regioni e Enti locali della segreteria dem.

«Vorremmo ricordargli che la Puglia, che dice di essere stata frenata in questi anni, è la Regione del sud cresciuta più della media italiana e anche nel primo semestre 2022 la Puglia è al +5,6% di Pil con l’Italia del draghismo spinto, a cui il leader dei Parioli si ispira, che è al 3,4%. Almeno per questo dovrebbe avere l’intelligenza di non toccare temi come la crescita o lo sviluppo. Chiarito il minimo sindacale di verità, gli ricordiamo che se pensa con i suoi ‘compagni di ventura’, un piccolo esercito di mercenari con i nuovi arruolati in Puglia freschi di cambio di casacca, di cambiare il corso delle decisioni degli elettori si sbaglia di grosso».

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«In Puglia due anni fa abbiamo vinto le elezioni nettamente e con Azione non pervenuta. Completeremo il lavoro iniziato nel 2020 nel 2025, come da mandato popolare, nonostante le sue incursioni. Se oggi pensa di entrare in Consiglio attraverso i mercenari deve sapere che la porta della maggioranza è sbarrata. L’alleanza di centrosinistra è autosufficiente grazie al voto degli elettori pugliesi e porteremo avanti con maggior determinazione le politiche di innovazione, quelle di sviluppo sostenibile e la lotta alle diseguaglianze che faranno crescere ancora di più la Puglia, nonostante le speranze nefaste di Calenda. Poi, quando vorrà confrontarsi davvero sulla storia dell’Ilva e della città sa dove trovarci: tra la gente a Taranto, in piazza e per strada, come sempre è accaduto da quando la città prima nel 2006 con il dissesto e poi nel 2012 con le inchieste giudiziarie sui reati ambientali, e le conseguenze industriali, ha sempre e solo trovato dalla propria parte la politica dalla schiena dritta, che non piega la testa di fronte agli interessi di pochi”.

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