Un congresso importante, soprattutto perché in Italia c’è una destra reazionaria che fa paura.
«Cosa mi ha spinto a scendere in campo per la segreteria? La consapevolezza che dopo la sconfitta alle ultime elezioni, seguita a quella del 2018 e alle dimissioni dell’ultimo segretario eletto con le primarie, fosse necessaria una discussione sincera sulle cause che ci hanno fatto perdere sei milioni di voti nei quindici anni di vita di questa forza. Ho pensato che ridurre tutto ciò a una conta sui nomi sarebbe stata l’ennesimo modo di aggirare i problemi mentre la ricchezza di posizioni nella prima fase del congresso, quella dove voteranno gli iscritti e quanti aderiranno alla costituente del Pd entro il 20 gennaio, può essere il modo più giusto per costruire quel nuovo partito democratico che serve al paese».
Lo ha detto il candidato alla segreteria del Pd Gianni Cuperlo.
A chi gli chiede se c’è qualche candidato, tra gli altri tre in campo, ai cui temi si sente più vicino, Cuperlo risponde: «Ho stima e amicizia per Stefano Bonaccini, Elly Schlein e Paola De Micheli. Vorrei solamente che questa volta non sciupassimo l’occasione di riconoscere, oltre ai meriti, anche i limiti seri degli anni che abbiamo alle spalle. Sono rimasto nel Pd anche quando quella scelta non era semplicissima perché ero e resto convinto che l’alternativa alla destra ha bisogno di una forza che sia perno dell’alleanza larga da costruire. Appunto per questo la nostra piattaforma non farà sconti agli errori del passato indicando, spero con chiarezza, le scelte fondamentali per il dopo».
