Elly Schlein, in un’intervista ad Avvenire, ha parlato del suo programma e della sua visione politica in vista del congresso del Pd, nel quale sarà tra le candidate per la segreteria.
”Quando mi sono candidata ho detto che avrei voluto ridare al Pd una identità chiara e coerente su una visione di futuro che tenga insieme il contrasto a ogni forma di disuguaglianza, la giustizia sociale, il tema del clima e di come affrontiamo la conversione ecologica e il tema del lavoro di qualità. Perché nell’intrecciarsi di queste tre grandi sfide, la politica è rimasta indietro e non vede quanto siano connesse”.
“Sono andati avanti il pensiero di elaborazione culturale, accademica e anche religiosa. L’enciclica Laudato si` tiene insieme il grido di dolore della terra e il grido di dolore dei poveri e centra una nuova frontiera, dove la politica non si è ancora fatta trovare. Anche il Pd deve dire la sua. Questo è l’obiettivo”.
“Il Pd non si è mai fermato. Ha continuato a porre temi come il salario minimo e il congedo paritario. Dobbiamo riuscire a investire nelle energie rinnovabili, che sono le uniche energie di pace, perché non è cambiando la nostra dipendenza dalle fonti fossili di Putin a quelle di qualcun altro che riusciamo a fa- re un salto di qualità, anche a salvaguardia della democrazia e della tutela dei diritti umani. Questi sono i temi fondanti del Pd, non ci vuole una resa dei conti identitaria, ma bisogna sfidare tutte le culture di provenienza su un terreno su cui società civile, precarietà incide sulla denatalità. Non lo dico io, lo dice l’Istat. La pandemia ha messo in luce tutto questo. Un Pd credibile deve difendere le fasce più fragili, tra cui i migranti”.
“Quella mia sul voto online è una proposta complementare al voto nei gazebo, che è un fatto identitario per il Pd. Io anche sono tra quanti hanno voglia di andare ai gazebo per ritrovarsi, per conoscersi. Ma quella è una proposta volta a dare uno strumento in più, ogni strumento che può allargare la partecipazione è da considerare con grande attenzione”.
“Il Pd ha già provato questo sistema per le primarie dei candidati sindaco di Roma, Bologna e Torino e ha poco a che fare con il sistema adottato da altri partiti e movimenti, perché è un sistema sicuro, attraverso l’identificazione certa, con lo Spid, non replicabile e che non permette né di risalire al voto espresso né di modificarlo. Poi io penso a chi lavora la domenica, a chi ha problemi di mobilità come anziani o disabili, a chi vive all’estero, magari non vicino ai seggi che saranno organizzati”.