Il doppio registro di Giorgia Meloni: loquace o silente a seconda della convenienza

Difficile non registrare lo straordinario dinamismo della Presidente del Consiglio con i suoi continui spostamenti lungo il Mediterraneo e anche l’Europa

Il doppio registro di Giorgia Meloni: loquace o silente a seconda della convenienza
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Nuccio Fava Modifica articolo

4 Febbraio 2023 - 21.59


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Difficile non registrare lo straordinario dinamismo della Presidente del Consiglio con i suoi continui spostamenti lungo il Mediterraneo e anche l’Europa. Comprensibili anche per consolidare la novità della prima donna capo del Governo, e al vertice di una maggioranza forte di consenso elettorale ma anche di non pochi problemi e contraddizioni nella sua stessa coalizione.

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Anche per questo si evidenziano problemi e vere e proprie emergenze. Emergono da soli a causa della stessa loquacità della Presidente, contrapposte al silenzio di altre situazioni che tuttavia riguardano questioni di non secondaria importanza.

È accaduto l’altro giorno dopo l’incontro a Berlino con il cancelliere tedesco. Richiesta di una risposta sull’orribile pasticcio del caso dell’anarchico al 41bis e del comportamento di un suo rampollo di partito anche vicepresidente del Copasir, la Presidente Meloni ha fatto orecchie da mercante con l’alibi che non si affrontano all’estero questioni del genere.

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Atteggiamento nella sostanza quanto al contenuto analogo a quello del Ministro della Giustizia che è stato inconcludente anche riguardo all’attacco volgare e inquietante nei confronti di deputati dell’opposizione, accusati addirittura di possibile combutta con esponenti mafiosi reclusi nello stesso carcere dell’anarchico.

Tutto questo mentre si celebravano i 60 anni dell’Ordine dei Giornalisti, convocati sul tema del “dovere della ricerca della verità”. Fortunatamente a confortare lo smarrimento della categoria giungeva il messaggio inequivocabile del Capo dello Stato che ha ribadito quanto la libertà di stampa, l’autonomia e l’indipendenza del giornalista, siano valori irrinunciabili, alimentino il confronto tra punti di vista diversi e arricchiscano tutta la vita democratica e delle stesse istituzioni. In sostanza, rappresentano una risorsa irrinunciabile per la qualità della stessa democrazia nel suo insieme e manifesto decisivo per apprezzare i regimi democratici rispetto a quelli totalitari.

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