Un appello al voto per le primarie, un appello a dire la propria opinione, insomma votate, votate per favore, votate per far crollare il muro del silenzio e delle critiche sterili e dell’autolesionismo. L’astensione ha vinto le regionali e le politiche, partiamo da qui e invertiamo la tendenza.
Votate per le primarie, votate per esserci, votate perché è un’assunzione di responsabilità. Si, avete capito bene per esserci, per dare un senso al bisogno umano di dire cosa ci piace e cosa no, per non essere sempre indifferenti.
Mentre la sinistra italiana pensa che cambiare segretario ad ogni elezione sia la soluzione, nella sinistra in cui la confusione regna sovrana, nella sinistra in cui sembra non esserci più una bandiera ed un inno unico, ma proprio in quella sinistra che ha perso le elezioni avviene quello che tutti gli italiani dovrebbero applaudire e apprezzare: una consultazione per capire le preferenze degli iscritti e non, una chiamata per tutti ad esprimersi. Un grande atto di democrazia, un atto coraggioso, un’idea per ascoltare gli altri, per consultare i cittadini.
Direte, tardiva o inutile, perché i risultati sono prevedibili, perché si pagano 2 euro? E allora a tutte queste obiezioni vi rispondo che invece credo sia una gran bella cosa mettersi nelle sezioni, circoli, piazze per ricevere il voto degli elettori, dei simpatizzanti ed anche di chi lo farà solo per sfizio, o pensando di fare un danno. In questo momento di sconforto globale, è una di quelle cose che mi fanno sperare, più dei candidati, quello che da sempre mi fa sentire viva è partecipare ed esprimere la mia opinione o quantomeno provarci.
Diamo alla sinistra che quando perde sono “ loro” mentre quando vince siamo “ noi”, una possibilità, se vogliamo fare qualcosa per il nostro Paese, se questo governo non ci piace, non possiamo rimanere inermi e dire solo che è colpa di Letta, Zingaretti e via con la lista dei colpevoli, è ora di darsi una mossa alzarsi dal divano è andare a votare, fare sentire la propria voce, ritorniamo ad essere parte attiva, impariamo a dare un senso alle nostre lagne, alle nostre lamentele e critiche, diamo un senso a tutti i valori comuni, certo non saranno uguali , ci saranno posizioni diverse ma siamo la sinistra e allora un moto di orgoglio e votate. Quante ne ho sentite in questi giorni, quella insana passione italica di dare la colpa all’altro, di avere ricette di pietanze mai cucinate ma straordinarie.
Finiamola di non capire che oggi più di ieri l’Italia ha bisogno di un partito di sinistra, sorry di centro-sinistra, che sappia rappresentare i giovani, i lavoratori, le donne e gli uomini, i nuovi italiani che ci sono e quelli che verranno, che sappia dare linfa vitale al riformismo, al progresso, al futuro. Una sinistra che sappia interpretare le istanze degli ultimi, dei primi e di chi è in mezzo, di quelle nuove generazioni che fuggono e temono il futuro. Una sinistra che metta al centro del proprio programma l’ambiente, l’ecosostenibilità, la produzione di risorse alternative ma che sia, anche, lucida sull’industria e sullo sviluppo.
Una sinistra che difenda i diritti di tutti, ma che non dimentichi i diritti che abbiamo conquistato, una sinistra che creda davvero nelle pari opportunità e che sappia trasformare le parole in fatti. Una sinistra che riconosca l’avversario, ma non si inchini, che sappia combatterlo senza colpi bassi ma senza troppe smancerie. Una sinistra che promuova la cultura scrollandosi di dosso il termine di radical chic e che porti la cultura laddove le priorità sono altre. Una sinistra che ritorni all’ascensore sociale e che sappia dare risposte ad una scuola che ogni giorno per pura propaganda è sui giornali, fregandosene di cosa provano le varie componenti e quali siano i problemi reali.
Una sinistra che sappia fare tesoro di una pandemia che ha creato una spaccatura tra i giovani e il futuro, che sappia affrontare le nuove paure e le vecchie incertezze. Una sinistra che non scenda solo a manifestare nelle piazze ma che sia presente, tutti i giorni, nelle piazze, nei vicoli, nelle periferie e nei centri storici. Le primarie non cambieranno il mondo, né l’Italia e forse neanche la sinistra ma io non mi sottrarrò al voto e cercherò di convincere quante più persone possibili, perché è un esercizio di democrazia ed io la democrazia la difendo sempre e comunque.
Pensando a cosa accade a pochi chilometri da noi, una guerra nel cuore dell’Europa, migliaia di morti e tanto dolore… a loro dobbiamo rispetto, a chi combatte per la libertà in tutto il mondo, per le donne che in Iran combattono a mani nude per la libertà, per i popoli oppressi da ignoranza e povertà, dobbiamo dare prova che ciò che abbiamo conquistato è un tesoro prezioso e sappiamo custodirlo. E basta flagellarsi su errori passati e presenti, a quella sinistra che si lecca le ferite chiedo coraggio, testa alta e se necessario anche scelte impopolari ma giuste, chiedo il diritto ad un futuro con una visione e delle prospettive. Chiedo anche di smetterla di separarsi in correnti destinate a diventare rivoli, guardando al passato o ad interessi di singoli, l’orizzonte non sarà rosa ma il tempo cambia e il vento gira e bisogna essere pronti. Domenica votate!!
Cito per concludere, un grande socialista, un uomo che ha sacrificato tutto per i suoi valori, un uomo che ha sofferto e pagato, una persona a me molto cara, un maestro, un gigante che ho conosciuto e che amo moltissimo, Pietro Nenni: “Tra la destra e la sinistra c’è un abisso incolmabile, perché la destra vi dirà sempre che è pronta ad aiutare chi resta indietro – e lo scrive sui manifesti, – la sinistra invece non chiede aiuto per loro, ma li fa camminare con le proprie gambe.”
Argomenti: partito democratico