Pd, Schlein: Bonaccini presidente o vice-segretario? Si decide entro domenica

La segretaria Pd e il presidente dell'Emilia Romagna devono rivedersi a breve per mettere nero su bianco i termini dell'impegno che hanno preso venerdì, nel loro primo faccia a faccia post primarie: il partito deve restare unito.

Pd, Schlein: Bonaccini presidente o vice-segretario? Si decide entro domenica
Elly Schlein e Stefano Bonaccini
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8 Marzo 2023 - 22.02


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Un Pd unito ma come? Passano le ore e dell’incontro «decisivo» fra Elly Schlein e Stefano Bonaccini non c’è traccia. 

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La segretaria Pd e il presidente dell’Emilia Romagna devono rivedersi a breve per mettere nero su bianco i termini dell’impegno che hanno preso venerdì, nel loro primo faccia a faccia post primarie: il partito deve restare unito. «L’unica maglietta che dobbiamo indossare è quella del Pd», ribadisce Bonaccini. 

«Mi rivolgo al lavoro comune da fare con Bonaccini, Cuperlo e De Micheli – ha confermato Schlein – Il mio sforzo è di essere la segretaria di tutto e di tutti, in un’ottica di grande inclusività. Non abbiamo bisogno di un Pd che segue la strada delle divisioni interne». 

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Ma il passaggio dalle parole ai fatti appare farraginoso. Entro domenica, giorno dell’assemblea, si dovrà definire almeno una casella chiave per gli assetti del partito, quella del presidente. Fra i sostenitori di Bonaccini molti pensano che quel ruolo spetti a lui. Nella squadra di Schlein, però, non mancano i dubbi. Quello del presidente – è il ragionamento che fanno alcuni parlamentari vicini alla segretaria – è un ruolo di garanzia che lascerebbe libero Bonaccini di fare il controcanto; meglio sarebbe se entrasse in segreteria, magari col ruolo di vice. «Se lo vorrà io sarò pronto a darle una mano», ripete Bonaccini, che sottolinea un dato: «È pur vero che ho perso, ma ho raccolto quasi la metà degli elettori e oltre il 50% degli iscritti, con 4 candidati». 

Nella fase del surplace, un deputato vicino a Schlein dice che la prima mossa spetta all’area di Bonaccini: «Devono mettersi d’accordo fra loro e decidere». Dall’altra parte la narrazione è opposta: «Ci facciano sapere qual è la proposta». Insomma, tattica e reciproci depistaggi. Tanto che qualcuno butta là l’ipotesi di un passo di Schlein che sparigli: la proposta di un nome per la presidenza a cui per peso e trascorsi sia difficile dire di «no». 

Nel complesso, comunque, l’aspettativa è quella di un accordo: «Anche per i trascorsi – ha detto la deputata Chiara Gribaudo, vicina a Schlein – il dialogo fra loro non sarà difficile». L’assemblea voterà anche il tesoriere: fra le ipotesi che circolano, c’è quella di una conferma di Walter Verini, che al congresso ha appoggiato Cuperlo. La segretaria ha intanto incassato un «ok» con riserva dagli ex Ppi, riuniti dal presidente Pierluigi Castagnetti: «Ferma restante la riconosciuta pluralità delle opzioni politiche dell’elettorato cattolico – è scritto nel documento – si esprime l’auspicio che, a quanti tra di loro scelgono quella riformista rappresentata dal Partito Democratico» venga confermato «un reale pluralismo culturale e politico». 

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Mentre tesse il partito, Schlein compie i primi passi da segretaria Pd. Per l’8 marzo, insieme alla senatrice Cecilia D’Elia e alla consigliera regionale Marta Bonafoni, ha incontrato le lavoratrici della grande distribuzione organizzata, in un centro commerciale di Roma. «Bisogna fare una legge sulla rappresentanza che spazzi via i contratti pirata – ha detto Schlein – bisogna assicurare un salario minimo, contrastare queste forme di part time involontario che molto spesso rendono ricattabili per un’ora in più di lavoro». 

Non è invece ancora tempo di pensare alle alleanze: «Non è questa la nostra priorità – ha detto a SkyTg24 – Avremo delle amministrative, ne discuteremo sui territori, ma la prossima sfida è quella delle europee, è la vera sfida, perché intendiamo porre un serio problema alla maggioranza». 

Intanto, gli iscritti crescono: il tesseramento al Pd è stato riaperto domenica. «Già abbiamo avuto 5 mila adesioni in questi primi giorni, sta andando molto bene, vediamo un clima diverso», ha detto. 

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Fra loro a breve ci sarà il segretario di Articolo Uno, Roberto Speranza. Mentre Pier Luigi Bersani, per adesso, si limita a guardare «positivamente i primi passi» ma, assicura, «se continua l’apertura ci sarò anche io». Articolo Uno non aperto il tesseramento per il 2023: venerdì si riunirà la direzione del partito, per dare il via alla fase finale di ingresso nel Pd.

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