«Voglio essere chiaro e dire subito che non lascio. Anzi, raddoppio». La sua identità sarà «non essere il sovranismo di Giorgia Meloni e nemmeno la linea politica che ha vinto il congresso del Pd con Elly Schlein, e nemmeno quella del M5s di Giuseppe Conte. Non c’è un legame con il Terzo polo – specifica l’ex presidente del Consiglio – il Riformista sarà letto da una parte della maggioranza, il centrodestra riformista, e l’area del Pd che non si riconosce nella Schlein.
«La forza di un giornale sta in questa capacità di riuscire a offrire una verità. Tra i sovranisti e una sinistra radicale c’è un mondo, una maggioranza silenziosa, forse non è maggioranza, ma è sicuramente silenziosa». La novità, racconta sempre Renzi, è stata anticipata a due interlocutori privilegiati, la premier, Giorgia Meloni, e Carlo Calenda, leader designato del Terzo Polo di cui fa parte: «Meloni l’ho chiamata, è stata la prima a saperlo, Calenda mi è parso entusiasta».
Renzi ha anche specificato che sarà formalmente direttore editoriale e che si tratta di un incarico almeno per ora con un definito orizzonte temporale, verosimilmente in attesa degli sviluppi dello scenario politico. «Sarò direttore per un anno. Poi – butta lì – vedremo che fare da grandi».
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