Una vergogna, perché quello che sta accadendo nello Yemen ci interroga tutti mentre invece quando si tratta di business, i diritti umani e le distinzioni tra aggredito e aggressore crollano. E lo fanno con una lettura della situazione nel paese a dir poco superficiale, se non connivente.
Tra le decisioni prese nel Consiglio dei ministri di questa mattina, anche lo stop al divieto di esportazione di armi negli Emirati Arabi. Lo conferma la nota del Cdm, che spiega che il 5 agosto 2021, il Consiglio dei ministri ha avuto conferma dall’allora Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, d’intesa con il Parlamento, dopo un’indagine conoscitiva della Commissione affari esteri e comunitari della Camera, del fatto che l’impegno militare degli Emirati Arabi Uniti in Yemen era cessato”. I
“In seguito, lo scenario ha continuato a evolversi positivamente: da aprile 2022 le attività militari in Yemen sono rallentate e circoscritte e l’attività diplomatica ha avuto una importante accelerazione. L’impegno degli Emirati Arabi Uniti con altri attori regionali ha fatto progressi, sottolinea la nota del Cdm. Tra il 2015 e il 2021 gli Emirati hanno stanziato 5,5 miliardi di euro per la stabilizzazione e ricostruzione dello Yemen, impegno che è continuato nel 2022 con 500 milioni di euro e ancora nel novembre scorso, con Fondo monetario internazionale e Arab Monetary Fund, con un impegno di 1,5 miliardi di dollari in tre anni”.
“Considerati i nuovi elementi, il Consiglio dei ministri oggi, dopo aver ascoltato una dettagliata relazione del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ha dato attuazione a quanto stabilito dal precedente Governo, e dunque attesta che l’esportazione di materiale d’armamento negli Emirati Arabi Uniti non ricade più tra i divieti stabiliti dall’art. 1, commi 5 e 6, della legge 9 luglio 1990, n. 185”
Come se la guerra civile fosse finita e come se gli Emirati non avessero avuto un ruolo nefasto in quella tragedia.
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