Matteo Piantedosi, ministro dell’Interno del governo Meloni, ha parlato dello stato d’emergenza introdotto sul tema migranti e sulla possibile stretta per i richiedenti asilo in regime di protezione speciale. «Si chiama `emergenza´ perché la legge la chiama così, ma non è una qualificazione in quanto tale del fenomeno migratorio», «nella discussione c’è il rischio, qualche volta, di ideologizzare il concetto».
«Si è fatto ricorso, in tempi recenti – ha proseguito Piantedosi – allo stato di emergenza anche per l’Ucraina semplicemente per avere degli strumenti di gestione del fenomeno che possano essere, anche ai fini degli aspetti umanitari dell’accoglienza, adeguati al forte impatto concentrato dall’arrivo di persone». Quindi il ministro ha concluso: «Quando nel fine settimana arrivano 4-5-6mila persone, io sfido chiunque che si possa, con strumenti ordinari, trovare una adeguata sistemazione».
«Sono convinto che i lavori parlamentari troveranno l’equilibrio, che c’è sempre stato, tra il rispetto degli obblighi costituzionali di natura umanitaria, e nello stesso tempo il fatto che proprio l’alto valore civile di certi istituti giuridici come la protezione speciale non venga svilito dalla trasformazione in un sistema surrettizio di elusione di accesso al soggiorno sul territorio nazionale. Il punto di equilibrio va trovato».
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