Gianfranco Fini ha condannato le parole di Francesco Lollobrigida a proposito della sostituzione etnica. L’ex segretario di An, intervistato da La7, ha però minimizzato: “Lollobrigida ha detto una colossale sciocchezza, io non lo conosco, ai miei tempi era un ragazzo. Lasciamo perdere la macchina del fango che è un’altra cosa. L’ammissione di ignoranza? Prendiamone atto, uno scivolone, è capitato e capiterà a tanti”.
“Ma cerchiamo di stare più in alto, il tema c`è, è giusto prevedere sgravi per le famiglie che mettono al mondo più bambini ma il tema immigrazione anche questo governo continua a guardarlo da un lato, ovvero evitiamo che le frontiere siano un colabrodo, che è un problema di tutta l`Ue. E’ un’ottima iniziativa dire rafforziamo i rapporti bilaterali con alcuni paesi, ieri la Meloni ha ricevuto il premier del Burundi, è un piccolo segnale in una direzione su un tema che non si può affrontare con battute e slogan”.
“Il flusso migratorio è aumentato a dismisura, serve un piano Mattei, è sacrosanta la lotta agli scafisti, molto rumore per poco sulla protezione speciale perché era giusto stringere quelle maglie, alcuni che ne beneficiavano venivano da Egitto, Albania e Perù, ma, attenzione, vogliamo porci il problema di come si diventa italiani e questo lo deve fare la destra”.
“An era molto più avanti di oggi su questo, poniamoci il problema di come si diventa italiani, allora lo Ius soli l’Italia non se lo può permettere ma An presentò diverse proposte di legge sullo Ius scholae. Quindi chi nasce in Italia chiede di diventare cittadino? Dimostri di conoscere lingua e storia italiana, faccia un giuramento di fedeltà ai valori della Costituzione”.
Gianfranco Fini ha poi parlato delle celebrazioni del 25 aprile e delle polemiche sulla pessima uscita di Ignazio La Russa a proposito dei fatti di via Rasella.
“Vorrei un 25 aprile, come credo tutti gli italiani, non all’insegna di una pacificazione, di un `vogliamoci bene´. I fascisti che erano rimasti tali consideravano ancora alleati i tedeschi, collaborarono anche ad alcune stragi. Su questioni importanti come la strage di via Rasella non si può fare battute o scherzare. La Russa, che è uomo intelligente, si è reso conto di aver preso una cantonata”.
“Nel 1945 c’era chi stava dalla parte giusta e chi no. Stare però dalla parte sbagliata non può essere una colpa da far ricadere oggi sui nipoti”.
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