Il risibile aumento in busta paga partorito dal governo Meloni nel tanto sbandierato Cdm del 1 maggio ha provocato l’ira dei sindacati, dopo mesi di inutili trattative con il governo di destra. Matteo Salvini, dimostrando tutta la sua ignoranza in materia di democrazia e processi sindacali, ha contestato la presa di posizione della Cgil, che paventa uno sciopero generale.
«Un sindacato che invita i lavoratori ad uno sciopero in piazza contro un aumento in busta paga che arriva a 100 euro non so se esista su Marte» ha affermato il leghista su Rtl 102.5.
«Se ci fosse un taglio delle buste paga, ma portare i lavoratori in piazza, a cui il Governo, che può stare simpatico o antipatico, mette in busta paga fino a 100 euro in più al mese, chiamare allo sciopero generale su un provvedimento che, per carità di Dio, potrà essere migliorato nei mesi a venire, ma mette soldi veri nelle buste paga vere di lavoratori veri e rivede il reddito di cittadinanza per coloro che, pur potendolo fare, rifiutano invece di andare a lavorare».