Daniela Santanché entra a gamba tesa sul dibattito relativo alle nomine Rai e alle recenti dimissioni irrevocabili presentate da Lucia Annunziata, con la solita delicatezza che tutti le riconoscono…
«La penso come Fiorello sull’Annunziata. Se era contro il governo, doveva restare. Io non pensavo che nel servizio pubblico ci fossero giornalisti contro il governo. Poi, chissà, magari l’Annunziata la vedremo in una splendida campagna elettorale».
«Mi viene da ridere» dice la ministra rispondendo a Maria Latella che – in uno degli appuntamenti del Festival dell’Economia di Trento – le chiedeva se, come dicono alcuni, il Governo sta «melonizzando» la Rai e respingendo quindi seccamente questa accusa.
«Stiamo semplicemente cercando di togliere il monocolore Pd dalla Rai. Vogliamo andare a vedere tutte le posizioni che occupavano? Si tratta di garantire il pluralismo, di riequilibrare. Nessuno sta cacciando nessuno. Oggi si stupiscono ma noi eravamo l’unico partito all’opposizione. Non hanno voluto dare la presidenza della Vigilanza della Rai come di consuetudine.Noi, così tremendi, siamo stati estromessi dal consiglio di amministrazione. Vorrei dire perché la memoria per chi è comunista è così corta?».
Quanto alle dimissioni di Lucia Annunziata dice: «Non credevo che chi fosse nel servizio pubblico, sia contro il governo. Poteva restare, avrebbe continuato a dire la sua. Noi non siamo come quelli del salone del libro che hanno proibito di parlare a un ministro. Noi siamo per far parlare. Chissà se l’Annunziata non ce la troviamo in campagna elettorale con un partito, con il «suo» partito… è già successo, anche la Gruber. Sarebbe divertente».
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