L’occupazione della destra in Rai ha già mosso le prime pedine, l’addio di Fazio e Annunziata, oltre ad alcuni presentatori vicini al governo Meloni, stanno lì a testimoniarlo. Una situazione che Giovanni Minoli valuta con un certo distacco, in un’intervista al Corriere della Sera.
“La situazione ha dei lati comici. La tv a giugno e luglio sembra il calciomercato: si comprano i giocatori, cambiano gli allenatori, tutti pensano di vincere il campionato. Poi a gennaio iniziano i dubbi e si ricomincia. C’è una legge, la Renzi, che fa dipendere la Rai dal governo in carica: la si è applicata. Punto”.
“Il governo sceglie l’amministratore delegato, che ha il compito di fare sintesi nel pluralismo. Roberto Sergio è un uomo di mediazione e buon senso. Vediamo se ha la grazia di stato”.
“Fazio e Annunziata? Due signori professionisti che, per ragioni personali, se ne sono andati. Fazio aveva una trattativa in corso da mesi. Annunziata va via perché non è d’accordo con questo governo: ma se è stata direttore di rete con qualsiasi governo e presidente Rai con Berlusconi premier! Faccio loro tanti auguri ma non li capisco”.
Per quanto riguarda le parole di Giorgia Meloni sulla liberazione della cultura italiana da “un intollerante sistema di potere” in cui si lavorava solo se di sinistra, Minoli concorda: “Ma è così. Finora la compagnia di giro è sempre stata la stessa: opinionisti che non so quanto davvero rappresentino il Paese, visti i risultati elettorali. Ora mi aspetto di vedere aria nuova: nuovi autori, nuovi programmi”.
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