Azione, il partito di Carlo Calenda, ha presentato una proposta di legge per vietare i social network ai minori di 15 anni. E’ lo stesso Calenda a presentare l’iniziativa.
“Ieri abbiamo presentato una proposta di legge per regolamentare l’uso dei social da parte degli adolescenti che di fatto sostanzia divieti già esistenti nella legge italiana e nei codici di autoregolamentazione delle piattaforme. Una proposta peraltro in linea con quanto prescritto dall’UE e varato dalla Francia. Molte reazioni (sui social) ribadiscono la ferma aderenza al principio vietato vietare”.
“Ma i divieti sono ovunque intorno a noi e quando sono ragionevoli aiutano a regolare la vita di una comunità e fanno parte dell’educazione che impartiamo ai nostri figli tutti i giorni. La parola vietare spaventa perché è vissuta come una compressione Illegittima di una libertà che si pretende essere illimitata a qualsiasi età. Ma la libertà illimitata si traduce nell’assenza di vincoli di comunità e nella legge del più forte. La libertà individuale illimitata produce assenza di libertà condivisa”.
“Per questo da sempre i pensatori liberali si interrogano sul rapporto tra comunità e libertà individuale, cercando di trovare il giusto punto di equilibrio. Se persino il divieto usato a protezione dei minori, e fondato su evidenze scientifiche vastissime, viene vissuto come una vessazione insopportabile, non ci rimane che arrenderci all’idea di un individuo (anche minore) che può tutto. Io penso che questa sia la grande malattia dell’Occidente. I desideri trasformati in diritti; l’assenza dei doveri; il rifiuto dell’idea stessa di etica come ricerca di ciò che è giusto”.
“Gli effetti sono intorno a noi e conducono a un pericoloso nichilismo. Sono consapevole che ciò che scrivo non potrà essere discusso pacatamente su questo mezzo. I social sono diventati prevalentemente il regno della provocazione, dello sberleffo, della gogna, del tifo e della superficialità. I social sono il nostro «paese dei balocchi» dove tutto ci è concesso. Possiamo regredire, celarci dietro l’anonimato per insultare o irridere, creare finti profili per attaccare gli avversari. Siamo molto attaccati all’anarchia di questa dark room digitale. Pensiamo che tutto ciò che accade qui rimane qui. Il che purtroppo non è vero. Per questo stasera dibatteremo della nostra proposta con un gruppo di Under30 a Roma. Chi vuole partecipare è benvenuto”.