Berlusconi, gli ossequi di Renzi non finiscono più: "Niente sarà come prima"

Berlusconi, Matteo Renzi: «Ci sarà tempo per riflettere sul futuro della politica italiana. Quel che è certo è che Berlusconi ha monopolizzato il dibattito per qualche decennio. Ovvio che nulla sarà più come prima».

Berlusconi, gli ossequi di Renzi non finiscono più: "Niente sarà come prima"
Silvio Berlusconi e Matteo Renzi
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14 Giugno 2023 - 10.00


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L’assurdo dibattito, anzi l’assurda beatificazione, a cui stiamo assistendo in questi giorni dopo la morte di Silvio Berlusconi, dà la giusta misura della gran parte della classe politica italiana. Matteo Renzi, che non disdegnerebbe un’opa su ciò che resta di Forza Italia, è tra gli alfieri della santificazione dell’ex Cavaliere. «Ci sarà tempo per riflettere sul futuro della politica italiana. Quel che è certo è che Berlusconi ha monopolizzato il dibattito per qualche decennio. Ovvio che nulla sarà più come prima».

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«Puoi amarlo, puoi odiarlo ma devi riconoscere che è stato una forza della natura. Accanto al politico Berlusconi c’era l’uomo Silvio. Ed era una persona vera», dice.

Con la scomparsa del leader di Forza Italia per il futuro di Renzi cambia «tutto e niente. Tutto perché una politica senza Berlusconi sembra impossibile», «ma per altri aspetti non cambia niente», afferma il leader di Iv. «Il centro in solitaria è credibile se è alternativo sia a Meloni sia a Schlein. E le Europee sono una occasione perché si vota con il proporzionale».

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L’errore della sinistra, sostiene l’ex segretario del Pd, è stato «pensare di sconfiggerlo mostrificandolo agli occhi della gente». «Molti dicono che Berlusconi è stato un populista ante litteram e forse è vero. Ma – prosegue Renzi – ha vinto anche perché davanti ha trovato tanti giustizialisti ante litteram».

Il «vero errore di Berlusconi», sostiene l’ex premier, è stato in quello che non ha fatto. Non ha fatto la riforma del fisco, della giustizia, del lavoro”. E sulla «rivoluzione liberale», «quando si è trovato davanti alla prova del governo non è riuscito a portare la sua carica rivoluzionaria». Il fallimento è dovuto al fatto che «voleva piacere a tutti – spiega Renzi -. E sapeva che chi fa le riforme finisce per scontentare tutti».

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