Segnali di controtendenza? «Il voto per la Regione Molise rappresenta un test interessante per la politica nazionale sia per l’accordo nel centrosinistra tra il Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle che per la morte di Berlusconi: è il primo test elettorale del post berlusconismo».
A dirlo è Roberto D’Alimonte, politologo ed esperto di sistemi elettorali originario del Molise che nel suo paese di origine (Guglionesi) trascorre diversi periodi all’anno e dove tornerà in coincidenza proprio con le elezioni regionali del 25 e 26 giugno. «Elezioni per le quali – spiega – l’esito non è scontato anche se il centrodestra sembra in vantaggio».
Le variabili che influiranno sull’esito della competizione tra Francesco Roberti, sindaco di Termoli a capo della coalizione di centrodestra, e Roberto Gravina, sindaco di Campobasso a capo della coalizione di centrosinistra, sono due secondo D’Alimonte: «Prima di tutto l’accordo fatto tra Elly Schlein e Giuseppe Conte che ha un valore di test significativo, anche se Conte sta dichiarando a destra e manca di non voler fare una alleanza organica con il Pd. In ogni caso questa Alleanza fatta per il Molise è la prima a livello regionale, e sarà interessante capire come si muoverà l’elettorato anche perché il Pd ha ceduto al M5S la scelta del candidato presidente».
L’altra variabile, chiarisce D’Alimonte, «è rappresentata dal fatto che le Regionali del Molise sono il primo voto in Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi, e saranno un test utile per verificare se scatterà un riflesso emotivo nell’elettorato di Forza Italia oppure se i voti di Forza Italia saranno dirottati in parte altrove».