Che Pd e M5s debbano trovare un terreno comune è necessario perché l’alternativa è Giorgia Meloni e l’orbanizzazione dell’Italia. Ma ci ha pensato Beppe Grillo, come le sue parole fuoriluogo e provocatorie, a minare il ponte attraverso il quale costruire un’alternativa.
«Ci saranno delle sorprese». Quando Giuseppe Conte pronuncia queste parole, Elly Schlein ha lasciato la manifestazione del M5S da meno di un’ora.
La segretaria Pd è rimasta appena dieci minuti fra i militanti M5S, ma nel suo partito già si discute dell’opportunità di aver accolto l’invito di Conte. «Non se ne è discusso in nessun organo del partito», dice una fonte della minoranza di Base Riformista. In ogni caso, nessuna levata di scudi. Tempo per discuterne, «francamente, ma pacatamente» ci sarà, lunedì in direzione.
Questo, prima che la «sorpresa» a cui Conte si riferisce si materializzi sul palco della manifestazione, a largo Corrado Ricci, davanti l’hotel Forum divenuto col tempo quartier generale del `guru´ del Movimento: Beppe Grillo. È lui a prendersi la scena con parole d’ordine che suonano come uno schiaffo ai riformisti del Pd. E non solo a loro.
«Fate le brigate di cittadinanza e reagite mettendo il passamontagna per fare i lavoretti», dice Grillo. Una iperbole, certo. Parole ironiche, sicuramente. Ma il riferimento a brigate e passamontagna non passa sotto silenzio in un partito come il Pd che unisce le storie e culture di due partiti che hanno avuto come punti di riferimento Moro e Berlinguer. Da qui la netta presa di posizione di Stefano Ceccanti: «Proprio perché siamo in un Paese che ha visto cadere alcuni dei suoi uomini e donne migliori in una lunga scia di sangue non si può qui usare un linguaggio che allude alla giustiificazione della violenza neanche per scherzo o per eccesso polemico».
Ma a far rumore è anche il passaggio dedicato alla guerra in Ucraina da Moni Ovadia: «Questa guerra è stata artatamente voluta da molti anni» ed è frutto «del sistema adottato dalla Nato, della menzogna sistematica. Ci vogliono trascinare tutti in una guerra perché i governi degli Stati Uniti affermino la loro supremazia mondiale».
Parole alle quali risponde l’ex ministro della Difesa, punto di riferimento della minoranza dem di Base Riformista, Lorenzo Guerini: «Non polemizzo sul fatto che si sia deciso di partecipare, seppur nella fase iniziale della manifestazione, senza averne discusso. Non posso però non rimarcare la mia distanza siderale da ciò che è stato detto sulla guerra di Putin all’Ucraina. Il Partito Democratico è dalla parte dell’Ucraina, della sua lotta per la libertà e per la sovranità del suo popolo».
A «condividere totalmente» le parole dell’ex ministro è Simona Malpezzi: «Noi siamo dalla parte dell’Ucraina, a sostegno della sua libertà e per la sovranità del suo popolo. Su questo non possono esserci ambiguità». Concetti rimarcati anche da Pina Picierno: «Unire le opposizioni è fondamentale. Ma intorno a cosa ci uniamo? Alle parole aberranti di Moni Ovadia sull’Ucraina o alle farneticazioni di Beppe Grillo sui passamontagna?», scrive l’esponente dem su Twitter.
Un fuoco incrociato che ha come obiettivi dichiarati Conte e Grillo, ma che colpisce inevitabilmente il Nazareno e Schlein, `colpevole´ di essersi «infilata con tutte le scarpe nella trappola del M5S», come sottolinea una fonte parlamentare dem.
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